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The Million Dollar Hotel
Los Angeles 2001: di primo mattino uomini d'affari in costosi abiti e con i cellulari attaccati alle orecchie si affollano nelle strade, diretti e provenienti dalla sicurezza dei loro uffici altolocati. Al tramonto queste persone si dileguano e la città diventa sempre più minacciosa. Prostitute, ladri, derelitti, rissosi, falliti, riempiono il paesaggio e le loro urla interrompono la notte silenziosa. Nel mezzo di questo Girone Dantesco si trova il "Million Dollar Hotel", fatiscente albergo dal glorioso passato ora dimora di spostati e vagabondi. Tra loro c'è un'anima innocente e innamorata di nome Tom Tom (Jeremy Davies, "Salvate il soldato Ryan", "L'insaziabile") che affronta il mondo in maniera entusiastica ed è innamorato di Eloise (Milla Jovovich, "Giovanna d'Arco", "Il quinto elemento"). Mentre la loro relazione si sviluppa, il "Million Dollar Hotel" riceve delle insolite attenzioni perché uno degli "ospiti", un tossico chiamato Izzy, muore in maniera orribile e sospettosa. È caduto dal tetto oppure qualcuno l'ha spinto? Tra lo stupore dei suoi amici si scopre che era il figlio di un ricchissimo magnate dei media e la sua fine diventa presto un evento giornalistico, così che il gruppo del "Million Dollar Hotel" viene sospettato di omicidio. Tutti passano sotto l'indagine del detective Skinner (Mel Gibson, "Payback", "Arma letale", "Braveheart") un duro ed inflessibile agente dell'FBI. E mentre le sue indagini proseguono, la linea tra omicidio e suicidio diventa molto sottile e impercettibile. Contrapposto alla paradossale realtà del centro di Los Angeles, "The Million Dollar Hotel" narra una divertente, sinistra, seducente storia di amicizie, affari, tradimenti e il potere irresistibile dell'amore assoluto e senza riserve. Il film è diretto dal regista tedesco Wim Wenders (reduce da "Buena Vista social club") e deve le sue origini al tetto dell'hotel un tempo magnifico; costruito nel 1917, l'albergo che ora è chiamato "Frontier Hotel" presenta l'elegante insegna in ferro battuto con il vecchio nome che ancora si erge in cima all'edificio. Lo stesso tetto era stato usato dal produttore e co-sceneggiatore del film Bono Vox, il cantante degli U2, per il video "Where the streets have no name". Tra le altre cose, questa è la terza volta che Bono collabora con il regista anche se sia in "Fino alla fine del mondo" che in "Così lontano, così vicino" il suo contributo si era limitato alla colonna sonora.
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