L'uomo in più

Con la sua sceneggiatura vincitrice del premio Rai International, Paolo Sorrentino esordisce alla regia raccontando la storia de "L'uomo in più": rivoluzionario schema di gioco ma anche condizione esistenziale dei due protagonisti, con il medesimo nome e con due destini piuttosto simili, fatti di successi e tragiche cadute.
Agli inizi degli anni '80 Antonio Pisapia è un calciatore di belle promesse il cui unico desiderio è fare l'allenatore; Tony è invece un cantante di grande successo. Ma un infortunio al ginocchio per il primo e una denuncia per violenza su minore per il secondo, spazzano via di colpo i sogni di entrambi. Caduti nel baratro di solitudine ed estromessi da tutti, i due uomini riescono inizialmente a continuare a sperare, ad avere l'energia per ritrovare il successo del passato o quantomeno una nuova realizzazione della propria esistenza. Ma il destino gli si para contro, e l'epilogo solamente segnerà la differenza sostanziale delle loro personalità.

Una storia di doppi, di riflessi che in fondo non lo sono veramente se non forse per i nomi e per una comunanza nella tragicità di alcuni eventi, che sconvolgono i destini di entrambi. Ma i personaggi delineati da Paolo Sorrentino sono fondamentalmente diversi. Il calciatore è un uomo triste il cui "gioco" del calcio non si confà pienamente, come sottolinea aspramente il presidente della sua squadra; Tony invece è un passionale, amorale piuttosto che immorale, spinto dal suo istinto verso gli eccessi. I due sono in realtà due opposti e come tali le reazioni finali si riveleranno altrettanto contrarie.
Periodo di eccessi e spesso di cattivo gusto, in un effimero boom economico, gli anni '80 sottolineano ancor più la disperazione contro la quale i due uomini sbattono, tanto quanto gli eccessi di Tony si scontrano idealmente con la tristezza e malinconia di Antonio.
Seppur la storia si sviluppi in maniera piuttosto lenta e anche ripetitiva, ci sono momenti di straordinaria grandezza, regalati soprattutto dall'interpretazione di Tony Servillo, attore e regista napoletano di grande talento. Indimenticabile il suo monologo davanti alle telecamere di una piccola rete televisiva, in cui riassume tutto il suo personaggio, nella vita e nei sentimenti.
Ritmando la storia con le note di "I will survive" di Gloria Gaynor, l'appena trentenne Sorrentino mostra indiscutibilmente un buon talento narrativo, seppur il suo stile sia ancora da alleggerire e da movimentare.

Valeria Chiari

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