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Innamorarsi a Manhattan
Tante volte vediamo NewYork far da sfondo a commedie romantiche: le passeggiate per Central Park, le luci serali dei teatri della lunga via Broadway, il Grenweech village e le strade che formano incroci tra Avenue e Street. Insomma anche se non ci si è mai stati, un poco la conoscono tutti Manhattan e questo grazie al cinema. Stavolta ad essere rappresentata è sempre una storia di innamoramenti, solo che i protagonisti sono al loro primo bacio e la loro età è di 11 anni.
Gabe (Josh Hutcherson) è un ragazzino che ha sempre passato i pomeriggi dopo scuola assieme ad i suoi amici alternando basket, i videogames e giretti per il quartiere. I suoi sono separati da un anno mezzo, ma vivono tuttora assieme in attesa che la separazione ufficiale sia meno traumatico per loro figlio. Quando alla scuola di karate Gabe comincia a frequentare la sua compagna di classe Rosemary fino ad allora ignorata in quanto femmina, ma ora unica faccia nota all'interno del corso, il piccolo undicenne scopre cosa vuol dire prendersi una "cotta".
Scritto assieme alla moglie Jennifer Flackett, il film dell'esordiente Mark Levin è tanto narrativamente semplice, quanto originale nella rappresentazione. Raccontato come una sorta di diario scritto in prima persona dal giovane protagonista (Josh Hutcherson, piccola stella di Hollywood, già vista in Zathura e Vita da camper, davvero talentuoso) e quindi con tanto di voce fuori campo che segnala date e pensieri, la storia si sviluppa seguendo le tappe convenzionali di ogni relazione sentimentale mitigate però nella loro "drammaticità" dal fatto che dopotutto si stia parlando di undicenni. L'esito è un film ricco di umorismo (con anche qualche citazione storica, come quella di "Il Laureato"), che scherza con i luoghi comuni delle commedie romantiche senza per questo dimenticarsi di intenerire i cuori. E così un pianto sul letto ricordando l'amata appena partita, un gesto eclatante per ricordarle che la si "ama", una scenata di gelosia al telefono o l'emozione di un primo appuntamento riescono nell'impresa di far sorridere (e talvolta ridere davvero di gusto) e al contempo ricordarci che anche quando si cresce si continuano a fare le stesse cose. La consapevolezza del protagonista che l'amore sia difficile (da una parte il suo "primo bacio", dall'altro la separazione dei genitori) fa si che tutte le considerazioni che emergono, siano nella loro semplicità, verissime (così come lo è la descrizione dei rapporti tra maschi e femmine quando si è piccoli).
Un film in definitiva davvero sorprendente, cui l'uscita estiva limiterà purtroppo un possibile generale apprezzamento del pubblico. Chi se lo farà sfuggire, lo recuperi nelle videoteche.
La frase: "L'amore sta nel rischiare a costo di soffrire".
Andrea D'Addio
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