Les amants réguliers
Come disse Marco Muller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia che ha visto in concorso questo Les amants réguliers: "Autori come Philippe Garrel sono necessari".
Necessario perché? Innanzitutto per ricordarci sempre, nonostante l'evoluzione cinematografica che colpisce di anno in anno la settima arte, che il Cinema di oggi è in fondo solamente una rilettura del Cinema del passato, come una sorta di "fare Cinema sul Cinema".
E probabilmente non esiste un autore francese, oggi, più adatto di un Garrel per creare una vortice - sorta di macchina del tempo - per (ri)trasportarci nuovamente in quella fascinosa cinematografia che ha visto il fiorire di autori come Francois Truffaut e Jean Luc Godard. Si, stiamo parlando della Nouvelle Vague, di quel fascinoso retrò ormai introvabile se non tra le memorie e chiaramente il Cinema.
Siamo nel 68'. E più dell'operazione "The Dreamers" di Bertolucci, Garrel ci immerge in pieno kitsch, dimostrando perfettamente di conoscere quel mondo sospeso, quella gioventù (e Cinema) militante che oggi è strettamente necessaria. E' il coraggio di urlare contro il sistema, contro quell'omologazione a cui il mondo e la società sta cercando di sottoporci da sempre.
Les amants réguliers sta tra sogno e realtà. Il sogno è quel mondo riflesso che (purtroppo) abbiamo vissuto solo attraverso le immagini della Nouvelle Vague. La realtà, è il confronto di quel mondo riflesso col mondo odierno, due immagini quasi opposte: forse abbiamo perso il coraggio di sognare, il fuoco della militanza critica.
Per questo è necessario non dimenticare. E' il motivo del perché Philippe Garrel dimostra ancora una volta il suo grande coraggio, non solo nel fare un film di credenza Nouvelle Vague (e confrontarsi 40 anni dopo con i veri precursori del movimento), ma anche nel farlo oggi, 2005, sfidando la grande massa cinematografica nello spegnere almeno una volta lo spirito del cinema post-moderno.
Ma più di ogni altra cosa, Les amants réguliers è nostalgia dura e pura. E per chi non è rimasto indifferente a film come "Jules et Jim" è un vero attacco emotivo, come una resurrezione sentimentale di immagini che credevamo persi e sepolti tra i nostri ricordi.
Curatissima in quell'estetica che sta tra il classicismo e il francesismo, Les amants réguliers è un graditissimo ritorno, non solo di un grande autore come Garrel, ma di quel Cinema di cui sentivamo tanto la necessità, quella poetica che ci sospende in aria come foglie al vento.
E Louis Garrel, incarna perfettamente il nostro nuovo Jean-Pierre Lèaud.
La frase: "Lei deve venire con noi, siamo della Polizia". "Io non vengo da nessuna parte, e non me ne fotte nulla se siete della Polizia".
Pierre Hombrebueno
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