La vita è una cosa meravigliosa
Dopo una breve introduzione ambientata in Africa, ci si sposta nello stivale più famoso del globo, dove facciamo conoscenza con Cesare (Enrico Brignano), poliziotto addetto alle intercettazioni telefoniche che, spiando la vita di Antonio (Vincenzo Salemme), presidente di un importante gruppo bancario, nonché padre della giovane Vanessa (Virginie Marsan), finisce per innamorarsi della bella massaggiatrice Laura (Luisa Ranieri).
Ma, al di là dell’elettricista Marco (Emanuele Bosi), sono anche il chirurgo Claudio (Gigi Proietti), la moglie Elena (Nancy Brilli) e il figlio Luca (Carlo Fabiano) a finire indirettamente coinvolti nella vorticosa indagine su cui si costruisce l’ennesimo script di Carlo ed Enrico Vanzina, al servizio di un’operazione che, come sempre diretta soltanto dal primo, prende ispirazione dal tedesco "Le vite degli altri", firmato nel 2006 da Florian Henckel von Donnersmarck.
E’ quindi l’Italia della crisi a fare da scenario, tra abbondanza di telefoni cellulari nelle mani di un singolo e dialoghi che non mancano di tirare in ballo i tanto discussi "tronisti"; mentre il mai disprezzabile Proietti, il quale si trova ad avere a che fare anche con la perdita della memoria, ci regala uno dei momenti più divertenti cimentandosi in una conversazione telefonica con il professor Vittorio Manetti, interpretato dall’ottimo Maurizio Mattioli.
Spetta invece a un bravo Vincenzo Salemme, in mezzo a fondi neri e favori per politici, il confronto con un Rodolfo Laganà in aria di classe operaia, atto a trasportare in un clima da moderna favola tricolore la tematica dell’incontro tra due opposte estrazioni sociali, tanto cara ai figli di Steno.
Perché, nonostante le diverse risate suscitate durante la visione, ancor prima che nelle vesti di prodotto comico appare in quelle di una commedia dal sapore molto ottimista quest’opera vanziniana.
Commedia dal sapore molto ottimista che lascia tranquillamente trasparire tra i suoi fotogrammi un certo inno al prezioso dono della vita, coinvolgendo lo spettatore, dopo una partenza incerta, in un intreccio di vicende non prive di consuete parentesi sentimentali, qui affidate alle coppie Brignano-Ranieri e Bosi-Marsan.
E, con l’immancabile Stefano Antonucci nel mucchio, è proprio un’apprezzabile sceneggiatura quella su cui viene costruito l’insieme, sorretto da un cast decisamente in forma e che, una volta tanto, contestualizza a dovere le famigerate parolacce; come nel momento in cui apprendiamo che "Le persone oneste non sono mai coglioni".

La frase: "Ma come fa una famiglia a vivere con 1200 euro al mese?"

Mirko Lomuscio

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© Photomovie/
Francesca Martino


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