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La leggenda di Al, John e Jack
L'ultimo attesissimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, scritto e diretto assieme Massino Venier, inizia citando esplicitamente "Vertigo" (Hitchcock) finisce con scene che ricordano chiaramente "Toro scatenato" (Scorsese), passando per un evidente omaggio ad uno dei maggiori artisti comici del muto, Buster Keaton.
Tutto questo mentre si racconta la storia di tre mezze tacche del mondo della mafia newyorkese negli anni '50. Al, John e Jack sono al soldo di un capo gangster (Aldo Maccione) per il quale devono compiere i soliti lavoretti di routine, come riscuotere il pizzo, incendiare un negozio o, se sei più fortunato, eliminare qualche scomodo rivale. Ma i tre sono maldestri e pasticcioni e durante l'esecuzione di uno di questi gravosi compiti (scarrozzare l'anziana zia del boss per New York...) compiono un errore fatale che gli scatenerà contro l'ira del loro capo.
Il film risulta senz'altro piacevole ed in linea con la freschezza ed originalità comica alla quale i tre cabarettisti ci hanno abituato, oltre che nelle loro apparizioni televisive e teatrali, anche nelle loro precedenti tre fatiche cinematografiche.
L'opera è frutto di uno sforzo produttivo tutto sommato inedito per la nostra cinematografia. Sono stati spesi oltre 15 miliardi di vecchie lire per la produzione e questo si vede nelle belle ed accurate scenografie di Eleonora Ponzoni, nell'uso dei sui luoghi reali dove si svolge l'azione come location, nella scelta di un casting di buon livello (da Aldo Macione ad Antonio Catania, da Ivano Marescotti ad Antonio Esposito). Il ventre molle dell'opera è però nella narrazione che accusa troppo spesso delle cadute di ritmo che allentano la tensione narrativa acuendo quella spiacevole sensazione di slegamento che troppe volte abbiamo avuto dalla visione di film italiani interpretati da comici che provengono dal cabaret. Si ha l'impressione, ed è un peccato perché in "Chiedimi se sono felice" sembrava si fosse fatto un sostanzioso passo avanti, che il collante creativo che dovrebbe giustificare l'esistenza delle divertenti gags che costellano il film, ad un certo punto si esaurisca, facendo venir meno l'unità narrativa della storia. Si ride delle scenette, alcune anche esilaranti, ma si rimane con una sgradevole sensazione di incompiutezza che, forse, l'affiancamento in sede di scrittura di uno sceneggiatore "professionista", potrebbe contribuire ad eliminare. Comunque, non vi preoccupate, perché "La leggenda di Al, John & Jack" è un film divertente e vale gli euro che spenderete per il vostro film natalizio.
Una battuta tra le altre: "Ti daranno il Premio Nobel per la mafia! E se non te lo daranno è perché è tutto un magna magna !"
Das
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