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La La Land

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Rosanna Donato31 agosto 2016Voto: 8.0
 

  • Foto dal film La La Land
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Questa mattina è stato presentato alla 73. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia il film d’apertura “La la land” di Damien Chazelle, molto atteso da pubblico e critica e con protagonisti due interpreti d’eccezione: Ryan Gosling ed Emma Stone. La storia racconta di Mia, un’aspirante attrice che, tra un provino e l’altro, serve cappuccini alle star del cinema. Sebastian, invece, è un musicista jazz che sbarca il lunario suonando nei piano bar e sognando di portare il jazz ancora più in alto. Dopo alcuni incontri casuali, fra Mia e Sebastian esplode una travolgente passione nutrita dalla condivisione di aspirazioni comuni, da sogni intrecciati e da una complicità fatta di incoraggiamento e sostegno reciproco. Quando, però, iniziano ad arrivare i primi successi, i due si dovranno confrontare con delle scelte che metteranno in discussione il loro rapporto. La minaccia più grande sarà rappresentata proprio dai sogni che condividono e dalle loro ambizioni professionali.

Il musical di Damien Chazelle, che ha esordito alla regia nel 2014 con “Whiplash”, si discosta molto da quelli che siamo abituati a vedere al cinema. Se spesso il genere utilizza le canzoni e i movimenti per raccontare una storia, in questo caso - invece - si assiste a qualcosa di molto diverso: la musica diventa lo strumento per veicolare i sentimenti che i due personaggi provano in quel determinato momento (“Un americano a Parigi”).
Diretto con maestria e adoperando movimenti di macchina molto elaborati, il progetto riesce a coinvolgere il pubblico in sala con le sue melodie travolgenti, in grado di far emergere emozioni contrastanti e di dare un vero e proprio spaccato, anche se in chiave contemporanea, di come l’amore veniva vissuto negli anni ’40 e ’50. Il primo bacio, infatti, avviene in seguito a infiniti incontri che si verificano nell’arco di tre coreografie in tutto. Lo scopo del regista sembra quello di voler far capire, soprattutto ai giovani, quanto sia importante continuare a credere nei propri sogni e fare di tutto per realizzarli, perché i sogni aiutano a vivere.

La struttura della pellicola sembra divisa in due parti: nella prima si assiste a un vortice di forti sentimenti danzanti, che mettono nello spettatore una grande voglia di ballare con i due protagonisti i quali risultano naturali e perfettamente in parte nei loro ruoli.
Nel secondo ‘tempo’, invece, diventa più prorompente il bisogno di inseguire i propri sogni ad ogni costo, lasciando da parte quel senso di estrema dolcezza che ci aveva fatti innamorare dell’intensa storia d’amore. Dopo “The Nice Guys”, Ryan Gosling ha dimostrato di non aver perso la sua capacità di adattarsi a qualsiasi ruolo gli venga proposto, dando prova di essere un attore a 360 gradi. Emma Stone nei panni di Mia è più credibile di Gosling in quelli di Sebastian. Non solo si è dimostrata all’altezza di una parte tanto intensa quanto struggente, ma ha messo in campo anche le sue doti canore che non sono da meno. Ma ciò che contribuisce a rendere il lungometraggio godibile è la capacità dei due attori di parlare principalmente attraverso sguardi, movimenti e mimica, a dimostrazione che a volte per comunicare sensazioni, speranze e illusioni non servano le parole.

A colpire, oltre all’originalità della messa in scena e ai vestiti a dir poco graziosi e che ben si prestano al contesto, sono i riferimenti ai classici del cinema, come “Gioventu bruciata” e “Cantando sotto la pioggia”. E’ proprio da questi particolari che emerge la volontà del regista di rimanere fedele alle pellicole di un tempo, a quelle della tradizione cinematografica, riuscendo così a mantenere l’attenzione del pubblico per tutta la durata del musical. Inoltre, ogni scena è importante ai fini della narrazione e canto e danza si integrano alla perfezione. Gli eventi che si manifestano sono capaci di lasciare a bocca aperta anche i più scettici, coloro che dei musical non apprezzano neppure la colonna sonora.

Proprio per questo motivo ci sentiamo in dovere di consigliarlo a tutti, grandi e piccini, anche agli spettatori che hanno voglia di vivere un’esperienza del tutto nuova, immergendosi in coreografie ben studiate e originali.


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