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Lady birdLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Redazione FilmUp.com27 febbraio 2018Voto: 7.0
Lei si chiama Christine, ma vuole che tutti la chiamino “Lady bird”. È una giovane donna all’ultimo anno delle superiori che deve decidere cosa fare della propria vita e a cui stanno strette le regole della società in cui vive e della famiglia.
Questa in sintesi la trama di “Lady bird” della regista Greta Gerwig. La pellicola, ispirata all’adolescenza della stessa Gerwig, è un percorso di formazione al femminile come possono essercene tanti, a tratti quasi banale nella sua semplicità, ma tenuto in piedi dall’ottima prova degli attori dove primeggiano Saoirse Ronan – nei panni della protagonista – e Laurie Metcalf – in quelli della madre – e da una buona sceneggiatura che riesce comunque a non scadere quasi mai nella facile retorica, ma è sincera e realistica. La storia, che si svolge a Sacramento, città che rimane ai margini per tutto il film, ma in ogni caso sempre ben presente nelle scelte e nelle motivazioni della protagonista, ci fa conoscere questa ragazza inquieta e polemica, il cui desiderio più grande è partire per un college di New York alla fine dell’attuale ciclo di studi nella scuola cattolica, contro il parere della madre. Infatti, il rapporto tra le due si rivela molto problematico sin dalle primissime scene di “Lady bird”. Ed è proprio questa conflittualità a regalare al film il principale punto di forza della storia, solidamente messa in scena dalla scrittura ed egregiamente interpretata dalle due intense e convincenti attrici. Christine “Lady bird”, però, non è solo una ragazza ribelle e sorda a ciò che la circonda, è anche una giovane sensibile, sinceramente affezionata ai suoi cari, dall’intelligenza vivace e sveglia, ma che a volte non riesce ad andare oltre la facciata e involontariamente ferisce le persone che le stanno vicine. Così avviene con il padre, a cui chiede di lasciarla sempre prima dell’ingresso della scuola perché si vergogna della situazione di disagio economico che stanno vivendo, sia a causa della crisi economica sia a causa della perdita del lavoro dell’uomo; oppure con la sua più cara amica Julie, una ragazza sovrappeso e un po’ goffa, ma leale e affettuosa, profondamente ferita dai comportamenti e dalle scelte via via messi in atto da “Lady bird”. Errori di cui quest’ultima lentamente prende coscienza e che contribuiscono alla sua trasformazione e alla sua crescita. In questo periodo incidono sulla sua vita anche le prime cotte amorose, entrambe dai risvolti disastrosi. La prima con un ragazzo dolce ma che ha paura di fare i conti con se stesso e con il mondo, la seconda con un ragazzo fondamentalmente superficiale dal quale la nostra protagonista finisce per essere a sua volta ferita. “Lady bird” tenta di discostarsi dalla solita commedia adolescenziale, ma ci riesce solo in parte, e non è mai troppo incisivo, manca quel coraggio di osare di più. In definitiva è sicuramente un film ben costruito, recitato molto bene, ma che non lascia il segno e non ci spinge a troppe riflessioni. Meravigliano i molti premi già vinti e le candidature all’Oscar, per un film che probabilmente tra qualche anno si confonderà tra i tanti “compitini ben fatti” della cinematografia di genere. La frase dal film:
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