Baciati dalla sfortuna
La fortuna, un sostantivo femminile che ha diversi significati e che nel dizionario viene principalmente definito come sorte, variante buona o cattiva di qualcuno o qualcosa. Soprattutto, un elemento che deve essere particolarmente caro al regista Donald Petrie, nel cui lungo curriculum dietro la macchina da presa troviamo, tra gli altri, "La fortuna bussa alla porta... il problema è farla entrare" (1990), e che ora attribuisce questo positivo aspetto del quotidiano vivere a Ashley Bright, dirigente in una società di pubbliche relazioni di New York con le fattezze della bella Lindsay Lohan (Mean girls), nonché protagonista della sua ultima fatica: "Just my luck", rititolata dai distributori italiani "Baciati dalla sfortuna". Una ragazza che, fin dai primi, esilaranti minuti di visione, il regista ci mostra come la più fortunata del mondo, mai in attesa per l'arrivo di un taxi e sempre capace di acquistare vincenti biglietti della lotteria; in netto contrasto con lo sfigato Jake, nei cui panni troviamo Chris Pine (Principe azzurro cercasi), catalizzatore di sfortuna in carne ed ossa che lavora come addetto alle pulizie in una sala bowling, il quale nutre il sogno di portare alla notorietà i McFly, rock band da lui scoperta. Sogno che lo farà arrivare ad intrufolarsi, camuffato da ballerino, ad un ballo in maschera organizzato proprio da Ashley per il magnate discografico Damon Phillips, interpretato da Faizon Love ("Torque - Circuiti di fuoco"), a cui vorrebbe far ascoltare il cd del gruppo. E qui il destino vuole che abbia inizio la favola al contrario della "principessina" protagonista, in quanto Ashley e Jake, istantaneamente attratti l'uno dall'altra, si scambiano un bacio elettrizzante provocando, inconsapevolmente, un repentino cambio di fortuna.
Infatti, attraverso l'avvincente sceneggiatura di I. Marlene King ("Amiche per sempre") e Amy Harris (The comeback), assistiamo al casuale incontro tra Jake ed il signor Phillips, mentre Ashley, prima con il vestito strappato, poi con un tacco rotto, si ritrova improvvisamente licenziata e sempre più alle prese con gatti neri, specchi spaccati ed ombrelli aperti in posti chiusi, alla ricerca disperata della fortuna che ha perso, tanto da arrivare a baciare, in una delle sequenze più divertenti del film, tutti i ballerini che erano presenti al ballo.
Perché è soprattutto sulle gaffes e gli equivoci che punta Petrie per infarcire il lato comico del suo lungometraggio, mentre i McFly, vera band britannica di successo nel Regno Unito, suonano pezzi pop-rock niente male, contribuendo a scandire il buon ritmo di un'operazione su celluloide che suscita in maniera efficace non poche risate, senza mai ricorrere a volgarità. Rivelandosi, allo stesso tempo, come una di quelle coinvolgenti favole moderne dal tocco ironico-romantico che soltanto gli americani sembrano essere ancora in grado di fare, al termine della quale, oltre ad asserire di avere appena assistito ad un'allegorica rappresentazione del raggiungimento della maturità, possiamo tranquillamente affermare di avere appreso che a volte, ciò che ci rende felici non è quello che stavamo cercando.

La frase: "Tu sei la persona più fortunata del mondo! Ma come fai Ashley, come ci riesci".

Francesco Lomuscio

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