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Se solo fosse vero
Dopo il successo di "Quel pazzo venerdì" (2003) e "Mean girls" (2004), il regista Mark Waters torna dietro la macchina da presa per trasformare in celluloide il bestseller "Se solo fosse vero", romanzo d'esordio del francese Marc Levy, romantica favola d'amore che supera i confini del mondo fisico e metafisico. Ci viene raccontata, infatti, la storia di David, interpretato da Mark Ruffalo, il quale, dopo aver affittato un caratteristico appartamento a San Francisco, sarà costretto a convincersi che sia già abitato da un fantasma. Tranquilli, però, in quanto non siamo né ad Amityville, né in una delle tante ghost-stories orientali che ci hanno investito negli ultimi anni, quindi, l'anima in pena in questione non ha malvagi scopi e, soprattutto, non presenta fattezze mostruose; bensì quelle di Reese Witherspoon, la quale veste i panni della giovane e bella Elizabeth, che comincia a comparire e scomparire in continuazione, all'interno dell'abitazione, sotto gli occhi increduli di David, finché questi non arriverà a capire, appunto, insieme a lei, la sua natura ultraterrena. E mentre David si rende conto del fatto che è l'unica persona in grado di vedere Elizabeth vagare ancora sulla Terra e passare attraverso i muri, la donna si convince sempre più di essere in qualche modo ancora viva.
Inutile stare a precisare che Just like heaven (così s'intitola in patria il film) presenti più di una somiglianza con quell'ormai classico delle fanta-lacrime intitolato "Ghost-Fantasma", diretto all'inizio degli Anni Novanta da Jerry Zucker, anche se gli horrorofili più esperti noteranno che il romantico rapporto che progressivamente s'instaura tra i due protagonisti ricorda, in un certo senso, quello tra Lee Montgomery/Phil e la non morta Jonna Lee/Sandy nel poco conosciuto tv-movie del 1985 intitolato In the midnight hour (in Italia venne trasmesso con il titolo "La notte di Halloween"). Ma il film di Waters è tutt'altro che volto a spaventare lo spettatore, e, impreziosito dalla buona sceneggiatura di Peter Tolan (Terapia e pallottole) e Leslie Dixon (Mrs Doubtfire-Mammo per sempre), che include anche azzeccati personaggi di contorno (tra cui la sexy vicina di casa di David, con un tatuaggio sul sedere che dice: "Tutti a bordo"), è costruito abilmente su una ideale, latente tensione emotiva scaturita dall'apparentemente impossibile "incontro fisico" tra i due protagonisti, infatti, come lo stesso regista ha dichiarato: "Quello che fa funzionare una commedia romantica è l'esistenza di un buon impedimento e io penso che questa storia abbia uno dei migliori impedimenti in assoluto: c'è una persona che vive nel mondo fisico e l'altra che è apparentemente morta… o almeno così credono. Non possono nemmeno toccarsi, ma hanno comunque grande sintonia".
Ed il sempre ottimo Ruffalo che, dopo il sottovalutato 30 anni in un secondo (2004) di Gary Winick, si riconferma come uno dei volti più adatti ad interpretare pellicole di questo genere, si rende inoltre protagonista di situazioni irresistibilmente esilaranti, come quella in cui ricorre a sacerdoti e vari truffaldini acchiappafantasmi per cacciare dalla casa il fastidioso spirito di Elizabeth, la quale, tra l'altro, canta a squarciagola per impedirgli di seguire la partita in tv.
In conclusione, quindi, 95 romantici, divertenti e perfino toccanti minuti che non mancano davvero di coinvolgimento emotivo, ed al termine dei quali veniamo ancora una volta invitati a riflettere profondamente sul significato di quell'astratta, imprevedibile parola che nel dizionario troviamo alla voce "destino".
La frase: "Che tristezza se se ne fosse andata senza conoscere il lato migliore della vita".
Francesco Lomuscio
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