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Jayne Mansfield's Car











La morte improvvisa di una donna statunitense trasferita in Inghilterra unisce due famiglie molto diverse tra loro. Da una parte ci sono i Caldwell, classici americani della provincia meridionale, dall'altra i Bedford, inglesi purosangue. L'azione si svolge alla fine degli anni '60. Le due famiglie si studiano, si osservano e scoprono in maniera graduale di non essere così diversi come pensavano in un primo momento, e che il conflitto generazionale è una questione universale. I vissuti sono simili, le aspirazioni dei più giovani sono quasi uguali e persino le "abitudini ricreative" non sono così diverse.

Il cast è di tutto rispetto: Robert Duvall sfonda lo schermo anche stanco e imbolsito e John Hurt fa il suo lavoro di perfetto inglese alla perfezione. Il regista Billy Bob Thornton ritaglia su di sé un personaggio tormentato che cerca di recuperare una fiducia in sé quanto mai lontana. Pur essendo presenti i toni da commedia, bisogna dire che sono minoritari rispetto al tono generale della pellicola, che è sostanzialmente drammatico nelle premesse e nelle conclusioni.
Anche lo stesso conflitto generazionale sembra in ultima analisi insanabile e pronto a riprodursi di generazione in generazione.

A fronte di un cast così importante, Jane Mansfield's car ha delle ambizioni molto alte che riesce a soddisfare solo in parte. Il tema del dramma familiare esposto in questa maniera è più adatto a un romanzo dell'ottocento, e un eventuale fascino per il pubblico del giorno d'oggi è quanto meno discutibile. Anche l'epoca in cui la pellicola è ambientata sembra una patina abbastanza superficiale dal punto di vista delle scenografie. A volte si ha la sensazione di assistere a un lavoro pensato per il teatro e adattato con più o meno fantasia per lo schermo.

La frase:
"è così che riesci a picchiarmi? Solo quando sono ammanettato?".

a cura di Mauro Corso

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