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Tutta la mia vita in prigione
Un caso controverso preso a simbolo di una battaglia di civiltà. La quale scavalca perciò il dubbio innocenza-colpevolezza spostandolo al livello superiore della questione pena capitale. Il giornalista afroamericano Mumia Abu Jamal il 9 Dicembre 1981 a Philadelphia è coinvolto in una sparatoria in cui muore un poliziotto, mentre lui resta ferito a terra. Data la sua militanza politica e il colore della pelle (negli USA, per omicidio, un nero ha una probabilità 4 volte superiori di venire giustiziato rispetto a un bianco), in un processo che viola gli standard minimi del diritto internazionale è condannato a morte e da 25 anni in attesa dell’esecuzione, più volte evitata grazie a ricorsi. Dietro le sbarre ha continuato a non tacere - il primo dei 5 libri scritti è stato best seller a New York – ricevendo il sostegno di Nelson Mandela, Human Rights Watch, Parlamento Europeo, città di Parigi (cittadinanza onoraria e una strada intitolata) e Amnesty International, che ha chiesto la celebrazione di un nuovo procedimento (un uomo ha confessato all'avvocato di Jamal di essere il colpevole, ma la testimonianza non è stata presa in considerazione) e patrocinato il documentario (è la prima volta).
Co-prodotta dalla Fandango (che del detenuto pubblica "in diretta dal braccio della morte"), la dinamica indagine civile scritta e diretta da Marc Evans, con musiche di Robert Del Naja (dei Massive Attack) e canzoni originali di Snoop Dogg, segue i passi di William Francorne, nato lo stesso giorno di quel fatto di sangue (da qui il titolo). Ricostruisce la scena del delitto ricorrendo all’animazione, ma anche la stagione di un paese in guerra (interna) - che non esitava a bombardare la sede del movimento “Move” causando vittime indiscriminate – attraverso gli interventi di commentatori, artisti e politici come il professor Noam Chomsky, la scrittrice premio Pulitzer Alice Walzer ("il Colore viola"), l’attivista Angela Davis, i musicisti Steve Earle e Mos Def. In sottofondo, “la voce dei senza voce” (da qualche anno è stato vietato riprenderlo) i cui discorsi vengono diffusi su internet e le trasmissioni radio rimandate da oltre cento emittenti.
La frase: "Vado a trovare l’uomo che ha vissuto in prigione tutta la mia vita".
Federico Raponi
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