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Il pianeta del tesoro
Sarà che i registi sono Ron Clements e John Musker, gli stessi di "Alladin", "Hercules" e "Basil" tra i maggiori successi targati Disney dell'ultimo decennio, sarà che finalmente gli studios del Castello Incantato hanno abbandonato le velleità favolistico-creative a favore della sana avventura, ma "Il pianeta del tesoro" risulta decisamente una spanna al di sopra degli ultimi lungometraggi d'animazione visti (ad eccezione di quelli targati Pixar, ma in quel caso si tratta di un discorso a parte). Grande respiro, atmosfere coinvolgenti, ma soprattutto avventura ed azione. Un ritmo sempre incalzante con poche pause ed ancor meno pezzi cantati, da sempre incubo e delizia di molti spettatori. Il merito va ascritto essenzialmente al grande genio di Robert Louis Stevenson, che ha scritto un libro la cui attualità è rimasta invariata nel tempo, anche se poi la scelta dell'ambientazione fantascientifica, con la relativa riduzione, hanno contribuito all'importante attualizzazione.
Jim Hawkins (animato su un modello ispirato a James Dean) è il giovane ragazzo che ha trovato una mappa del tesoro sulle spoglie del vecchio Billy Bones. Spinto dallo spirito d'avventura, più che dalla cupidigia, si imbarcherà, insieme al Dr. Doppler, sul vascello capitanato da Amelia alla volta del pianeta del tesoro. Un lungo viaggio che formerà il giovane soprattutto grazie al rapporto con il cuoco John Silver, un vecchio lupo dello spazio segnato da profonde ferite che lo hanno trasformato in un cyborg. Silver diventerà la figura paterna che Jim, Jimbo per gli amici, non ha mai avuto, peccato che il cuoco non sia l'innocuo vecchietto che vuole apparire. Silver è da sempre alla ricerca del tesoro del capitano Flint e non intende lasciarsi sfuggire questa occasione. L'equipaggio del Legacy è in realtà la sua ciurma pirata, ed è ormai pronto, dopo aver eliminato il primo ufficiale Mr. Arrow, a prendere il comando costi quel che costi.
Accompagnata dalle belle musiche di James Newton Howard, la pellicola è stata realizzata con un'animazione il cui stile ricorda "Tarzan" piuttosto che i vari "Mulan" o "Pochaontas". Personaggi disegnati e scenografie realizzate al computer con l'aggiunta di qualche effetto digitale creano un piacevole ibrido. Questa sensazione di fusione tra i generi si riversa anche nell'ambientazione un misto tra la marina ottocentesca e le atmosfere aliene di "Guerre Stellari" il tutto per ottenere qualcosa di nuovo e coinvolgenti in grado di proiettarci nella magia dell'avventura.
Curiosità: Quando Jim ed il Dr. Doppler arrivano nello spazioporto incrociano due personaggi che armeggiano con una scala a pioli, questi sono le caricature dei due registi John Musker (quello in cima alla scala) e Ron Clements (che tiene la scaletta).
La chicca: l'astronave si chiama "R.S.L. Legacy" in omaggio all'autore del libro "L'Isola del Tesoro" (Robert Louis Stevenson).
La frase: "Dannazione Jim, sono un astronomo non un dottore!" (citazione dal Dr. Mc Coy di Star Trek rivolto al capitano Kirk)
Indicazioni: Veramente per tutti.
Valerio Salvi
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