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Il mattino ha l'oro in bocca
Scoprire che dietro la vita pubblica di un artista si annidino problemi spesso ancor più gravi, o almeno più intensi, di quelli della gente “comune” fa sempre notizia. Basti vedere le news più cliccate ogni giorno sulle home-page dei quotidiani: le confessioni dei vip (stranieri e non) che riguardano droga, cattive compagnie o abitudini sessuali. Prima che Marco Baldini scrivesse “Il giocatore, ogni scommessa è un debito”, il libro da cui è stato tratto questo film, in pochi conoscevano la sua “malattia del gioco”. Lo sapeva qualcuno a RadioDeejay da dove per quasi tutti gli anni ’90 diede la sveglia e non solo alle migliaia di ascoltatori dell’emittente meneghina, lo sapeva la sua famiglia che cercò di aiutarlo come poté e lo sapevano soprattutto gli strozzini, i grandi tesorieri della disperazione di chi gioca i soldi che non ha.
Incrociando i successi di una carriera sempre più in ascesa per l’artista ad un vizio che spingeva sempre più in basso l’uomo (più volte è ripetuta la frase “Marco contro Baldini”), il film di Francesco Paterno scorre via con discreto ritmo, ma senza lasciare grosse tracce. Le prime vittorie che danno coraggio, le sconfitte che distruggono, la dipendenza che non lascia. Quella del giocatore che si indebita è una storia vista parecchie volte al cinema, qui la curiosità è rappresentata soprattutto dalla ricostruzione di un mondo più volte immaginato che visto come quello di Radio Deejay e dei suoi famosi speaker, su tutti il Fiorello ben interpretato da Corrado Fortuna. Probabilmente il vero limite della sceneggiatura è stato proprio quello di avere a che fare con una storia vera di cui bene o male tutti conoscono già l’happy end (Baldini conduce con Fiorello Vivaradio2: tanto male non potrà essergli andata). In conferenza stampa è stato dichiarato il film è solo liberamente ispirato (anche il taglio infatti è meno drammatico e più spiritoso rispetto al testo d’origine) alla vera storia del suo protagonista, ma gli episodi chiave sono quelli, c’è poco da fare. E se Elio Germano, salvo una scena di commozione con il padre, non ha modo di mettere in mostra tutte le proprie capacità, Laura Chiatti e Martina Stella cercano di colmare con il loro fascino giovanile i piccoli spazi concessigli.
Piccola curiosità: che quel Dario Vergassola che interpreta il direttore artistico di RadioDeejay (partner commerciale del film) non assomigli né a Claudio Cecchetto (fondatore e boss della radio di allora) né a Linus (capo dal ’95) dipende dal cattivo sangue che scorre tra i due ancora oggi?
Anacronismo: “Shiny happy people” dei Rem è uscita nel ’91, qui viene ascoltata nel ’90.
La frase: "In La stangata si dice che non c’è giocatore di poker che non punti anche sui cavalli. Vero, verissimo, ma è vero anche il contrario".
Andrea D’Addio
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