Il Gatto con gli Stivali
Conclusa l’esilarante saga di successo del simpatico orco "Shrek", la Dream Works punta su un personaggio secondario della serie che ha catturato il cuore del pubblico: Il Gatto con gli Stivali. Lo spin-off che racconta l’infanzia del furbo e affascinante gatto prima della "leggenda" di Shrek. L’ambientazione è sempre la stessa a metà fra realtà e fantasia, in un potpourri di favole e storie mescolate fra loro, in modo da creare una sceneggiatura solida e organizzata, dove i vari personaggi emergono prorompenti con la loro forza espressiva e la gamma di sentimenti attraverso trucchi tecnici ed espressivi tipicamente DreamWorks. Diretto da Chris Miller, già regista di "Shrek terzo" e "Piovono Polpette", questo film d’animazione si rivela come una dolce fiaba parodistica che riprende e amalgama insieme elementi tratti da diversi generi cinematografici, con predilezione però per quello di "cappa e spada", con ampi riferimenti al celebre personaggio di "Zorro". "Puss in Boots", questo il titolo originale, narra la giovinezza del "Gatto" che, rimasto orfano, cresce orgoglioso e fiero nell’orfanotrofio di una ridente cittadina dallo stile messicano ed è qui che incontra l’uovo Humpty Dumty (personaggio creato dallo scrittore, matematico, fotografo e logico britannico Lewis Carroll (1832 –1898) in "Alice attraverso lo specchio e quel che vi trovò"). Ben presto fra loro nascerà una profonda amicizia che li porterà a diventare fratelli di sangue, sognando ad occhi aperti di diventare eroi ed espugnare un giorno il castello dei giganti nascosto fra le nuvole, per trovare così la leggendaria "Oca dalle uova d’oro". La famosa favola di "Jack e la pianta di fagioli" diventa il fulcro della storia, richiamando alla memoria l’impresa disneyana di "Topolino e il fagiolo magico".
L’invidia e un’incomprensione porteranno però il giovane Hmpty Dumpty a farsi beffe del fratello Gatto e a trasformarlo in un fuorilegge coinvolgendolo in un furto. Deluso e amareggiato dal tradimento, Gatto vaga per questo far west fiabesco alla ricerca di qualcosa di interessante e pericoloso, diventando un vero latin lover, finché un giorno non scopre che i favolosi fagioli magici esistono realmente e sono in mano a una coppia di sordidi e spietati fuorilegge "Jack e Jill". Armato di spada, cappello e stivali il giovane felino cercherà di recuperarli, scontrandosi con l’affascinante gatta randagia Kitty Zampe di Velluto, amica e alleata "dell’odiato" fratello uovo. Fra tanghi, acrobazie, colpi di spada e di scena il legame fra i fratelli sembrerà tornare a vivere e insieme raggiungeranno le nuvole, ma...
"Il Gatto con gli stivali" riprende interamente lo spirito allegro e parodistico della precedente serie, ma sembra rivolgersi stavolta ad un pubblico più giovane, dando vita ad una fiaba dal sapore decisamente spagnoleggiante, grazie anche ad Antonio Banderas, che presta la voce al protagonista, cui si affiancano Zach Galifianakis nel ruolo di Humpty Dumpty e Salma Hayek come Kitty Zampe di Velluto.
Godibile e divertente riesce a sorprendere per la sua espressività e per l’elemento evocativo, che investe l’opera e rimanda a grandi classici come "Zorro", "Robin Hood", "I tre moschettieri", la serie televisiva di "David Crockett", grazie anche al supporto musicale dei due chitarristi messicani "Rodrigo y Gabriela", che eseguono le musiche composte da Henry Pryce Jackman.
L’opera risulta dunque gradevole e apprezzabile, anche se non certo rivoluzionaria come il primo "Shrek", tuttavia coinvolgente, anche se non regala grasse risate, cosa comune a molti spin-off.
La frase:
"Nel corso degli anni sono stato conosciuto con molti nomi. Il Diavolo Gatto, l’Amante Fatato, Chupacabra, Friskies a volte.. e Ginger l’assassino. Ma per la gran parte della gente sono Il Gatto con gli Stivali".
a cura di Federica Di Bartolo
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