Il cavaliere del Santo Graal
E’ dalle pagine di un fumetto che il veterano della televisione spagnola Antonio Hernández parte per concepire uno dei suoi pochissimi lavori destinati al grande schermo.
La vicenda del cavaliere errante Capitan Tuono, il quale, con le fattezze del Sergio Peris-Mencheta di "Resident evil: Afterlife" (2010), nella Spagna del XII secolo si trova a dover correre in Terra Santa per salvare a qualunque costo il Santo Graal, finito in mani tutt’altro che sicure.
Impresa che tenta di portare a termine affiancato non solo dalla sua spada, ma anche dalla coraggiosa fidanzata Ingrid, dal gigantesco Goliath e dal furbo scudiero Crispin, rispettivamente interpretati dalla Natasha Yarovenko vista in “Valérie-Diario di una ninfomane” (2008), dal semi-esordiente Manuel Martínez e dall’Adrián Lamana de "La spina del diavolo" (2001).
Impresa che prende avvio all’insegna del movimento e dell’azione, per poi rischiare d’infiacchirsi nella fase centrale dell’operazione e passare a quella finale, quasi horror, destinata a tirare in ballo effetti visivi tipici delle produzioni non troppo grosse.
Del resto, come testimoniano anche i costumi e le ricostruzioni scenografiche degli interni, è piuttosto evidente che Hernández tenda a rifarsi a una certa cinematografia iberica di tanti anni fa; all’epoca, magari, considerata non eccessivamente dissimile dai vari blockbuster d’oltreoceano, ma che, nel tecnologicissimo XXI secolo, non può fare a meno di subire il confronto con costosissime opere quasi contemporanee quali la trilogia de "Il Signore degli anelli" e derivati.
Quindi, tra unione volta come di consueto a fare la forza e contadini che s’improvvisano soldati al fine di bloccare le pericolose intenzioni dei cattivi, si procede attraverso brevi scontri del tutto distanti dalle maestose battaglie sfoggiate dal capolavoro jacksoniano appena citato; tanto più che immortalati tramite inquadrature ristrette, come vuole la migliore scuola del cinema volgarmente definito "di serie b".
Perché, in fin dei conti, gli spettatori meno giovani cresciuti a low budget di genere fantasy che, tra gli anni Ottanta e Novanta, approdavano in Italia soprattutto in vhs, potrebbero anche trovare motivi d’interesse in "El Capitán Trueno y el Santo Grial" (come s’intitola in patria la pellicola). Quei film, però, giustamente, duravano molto meno di 112 minuti...
La frase:
- "E’ solo un calice"
- "Un calice che salverà il mondo dalla distruzione".
a cura di Francesco Lomuscio
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