Il Cartaio
Dopo il suo ritorno dietro la macchina da presa, festeggiato con "Non ho sonno" nel 2001, Dario Argento inaugura il 2004 con un terrificante maniaco che uccide giovani donne giocando partite di video-poker via internet con la polizia romana.
Il mago dell'horror affida la sua quattordicesima pellicola nelle mani di un serial killer tecnologico che spezzetta le sue vittime la cui vita è la posta in gioco. L'indagine per riuscire a fermarlo è affidata a Stefania Rocca, ispettrice dal passato oscuro, e con la collaborazione di un collega inglese e un giovane diciannovenne, asso del gioco sul web.

Il secondo capitolo della trilogia horror, che il regista aveva annunciato proprio nel 2001, lascia però piuttosto delusi.
I protagonisti sembrano vagare come marionette allucinate attraverso una sceneggiatura dai dialoghi banali e una moltitudine di personaggi di contorno costantemente in bilico tra l'inutilità e il cliché. Nessun brivido insomma come la firma dell'autore lascia sperare.
Sarà forse perché come sempre il regista arriva sul set del suo nuovo film già pensando al prossimo, e quindi senza tutta la sua concentrazione e il suo coinvolgimento. O sarà forse perché la sua vena creativa e 'horrorifica' si è ormai esaurita. Resta indubbio che oltre alla totale inadeguatezza del testo e alla incredibile (nel senso di non credibile, o per dirla con il Dizionario di Lingua Italiana 'inverosimile, improbabile etc') interpretazione degli attori - dei comprimari in particolare -, contribuisce all'esito particolarmente negativo della pellicola anche il doppiaggio effettuato dagli stessi interpreti, che sul set hanno recitato in inglese. Ne risulta un ennesima forzatura, quella dei toni e delle recitazioni, che aggiungendosi ad una storia priva di suspence e di brividi trasforma il film in una ridicola commedia.

Argento elimina persino la sua tipica ed impareggiabile cruda spietatezza dell'omicidio, lasciando che il mostro inquadri la vittima di turno con una WebCam per un esclusivo primo piano che, sul computer dell'ispettrice la accompagnata nella assurda quanto crudele partita di poker.
Effetti speciali interessanti quelli operati sui cadaveri, ma non sufficienti per ritrovare il raccapriccio 'd'antan'. Per tacere del fatto che già a metà film si intuisce chi sia l'assassino.

Valeria Chiari

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