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Hunter Killer - Caccia negli abissiLa recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com di Francesco Lomuscio05 novembre 2018Voto: 6.0
È alla memoria del produttore John Thompson e del Michael Nyqvist che vi ricopre il ruolo del capitano Sergi Andropoyov che è dedicata la trasposizione cinematografica del romanzo di oltre settecento pagine “Firing point”, scritto a due mani dal pluripremiato giornalista e autore di best seller Don Keith e da George Wallace, comandante in pensione del sottomarino nucleare della USS Houston.
Trasposizione che vede coinvolto nella propria produzione anche il protagonista Gerard Butler, il quale veste in questo caso i panni di Joe Glass, capitano di un sottomarino americano che, nelle profondità del Mar Glaciale Artico, va alla ricerca di un sommergibile statunitense in pericolo, dal momento in cui scopre essere all’orizzonte un segreto colpo di stato russo, minaccia di distruzione dell’ordine mondiale. Il punto di partenza di circa due ore di visione mirate a riallacciarsi chiaramente al filone da grande schermo che, dai tempi del serial muto “Il segreto del sottomarino”, diretto nel 1915 da George L. Sargent, ha annoverato, tra gli altri, “U-Boot 96” di Wolfgang Petersen e l’adattamento da Tom Clancy “Caccia a Ottobre rosso” di John McTiernan, rispettivamente datati 1981 e 1990. Circa due ore di visione che Donovan Marsh – dal curriculum prevalentemente legato alla televisione – racconta privilegiando i rapporti tra Glass e i diversi elementi che coinvolge al fine di mettere insieme una squadra di Navy SEALs per poter recuperare il presidente russo preso in ostaggio e, ovviamente, infiltrarsi nelle acque nemiche, impedendo il concretizzarsi di quello che potrebbe diventare il terzo conflitto mondiale. E sono, tra gli altri, i volti del vincitore del premio Oscar Gary Oldman, della Linda Cardellini de “I segreti di Brokeback Mountain” e del rapper Common (all’anagrafe Lonnie Rashid Lynn) a popolare il ricco cast di un’operazione mirata a ricordare che sotto la superficie del Circolo Polare Artico la Guerra Fredda non è mai finita, in quanto, invisibili al mondo, in profondità estreme i sottomarini russi e quelli statunitensi continuano a navigare attraverso passaggi molto stretti, con il costante timore di una improvvisa aggressione nemica. Un’operazione tendente a sfruttare abbondanza di momenti di dialogo e che annovera buona parte della spettacolarità nel corso della sua seconda fase, individuando nelle sequenze di scontro a fuoco quelle maggiormente riuscite. Perché, sorvolando sulla tutt’altro che soddisfacente fattura di alcuni effetti speciali realizzati in computer grafica, la resa narrativa dell’insieme rischia in più occasioni di apparire decisamente piatta, nonostante l’azione non risulti affatto assente. Testimonianza del fatto che, pur non trovandoci dinanzi ad un prodotto bocciabile dal punto di vista della qualità tecnico-artistica e che lascerà enormemente soddisfatti, di sicuro, gli appassionati di una certa Settima arte made in USA appartenente alla vecchia scuola, l’impressione generale è che “Hunter killer – Caccia negli abissi” avrebbe funzionato meglio, con ogni probabilità, sfruttato direttamente nel mercato dell’home video. La frase dal film:
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