Il matrimonio che vorrei
La crisi di coppia in terza età è il tema al centro de "Il matrimonio che vorrei", una commedia dolcissima diretta da David Franke, regista del famoso "Il diavolo veste Prada".
Kate e Arnold si amano ancora. Ma se lo sono dimenticato. O meglio si sono dimenticati come dimostrarlo. Trenta anni di matrimonio, due figli, il lavoro... la monotonia diventa una gabbia e la coppia scoppia. Per cercare di recuperare il rapporto giunto ai minimi termini, Kate decide di affidarsi a un consulente matrimoniale. Le prove a cui saranno sottoposti i due saranno... "durissime".
Dopo "Iron Lady", Meryl Streep torna al cinema con un personaggio che se vogliamo ne è l’antitesi. Una donna insicura e all’antica, che malgrado tutto ama disperatamente e fortemente il marito che non la degna nemmeno più di uno sguardo. Una interpretazione affatto facile o scontata, sostenuta da una sceneggiatura molto matura a opera di Vanessa Taylor, autrice di "Alias" e produttrice della serie televisiva "Il trono di spade". La Streep giganteggia tra i titani Steve Carell (lo psicoterapeuta) e Tommy Lee Jones (il marito scettico). E il film è tutto su loro tre, letteralmente. In pratica Franke filma una godibile e romanticissima prova d’attore. Si pecca quindi nella mancanza di un giuoco narrativo vero e proprio, lo spettacolo si lascia vedere.
La crisi di coppia in terza età, un tema quasi mai trattato sul grande schermo che senza protagonisti di rilievo non avrebbe attirato nessuno. Così invece il film si fa godibile e si sorride parlando di cose altrimenti impensabili: come le fellazio, in un cinema, a sessant’anni suonati.
La frase:
"...Vorrei che tornassimo a essere una coppia...".
a cura di Diego Altobelli
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