Honeymoons
Film dalla evoluzione narrativa inaspettata. Il regista serbo Goran Paskaljevic ci trascina nel mondo delle frontiere. Abbiamo a che fare con l'Italia "cattiva", quella fatta di razzismo, di controlli improbabili e puntigliosi. L'Italia paranoica delle frontiere dove, ad ascoltare il film di Paskaljevic, basta la notizia passata in radio di un attentato militare a un convoglio italiano, per far scattare un allarme terrorismo come non succede neppure a New York dopo l'undici settembre.

In Honeymoon due storie si intrecciano. La prima è quella di una coppia che fugge da Tirana per cercare fortuna in Italia; la seconda è quella di una coppia albanese che per recarsi a Vienna per un concerto alla Filarmonica deve necessariamente fermarsi a un posto di blocco Serbo. Le strade delle due coppie si intrecceranno, ma solo per un breve momento...

Il problema di Honeymoon non è la critica feroce all'Italia e alla polizia italiana. Non sono le accuse di razzismo che fuoriescono dai dialoghi didascalici e pedanti. Non è neppure la polemica intrinseca ai problemi di immigrazione. Il vero problema è che a tutto questo il regista de "La polveriera" e di "Come Harry divenne un albero" ci arriva con l'inganno e molto, molto lentamente. Quello che Paskaljevic compie è un volta faccia disturbante e poco giustificabile. Dopo, infatti, una prima fase in cui assistiamo, in modo separato, alle motivazioni che spingono le due coppie a mettersi in viaggio (una fase portata per mano con i toni della commedia amara), si passa al vero film: una lunga sessione nelle frontiere per il controllo dell'immigrazione. Lì, tutto diventa artificioso e pretestuoso e il film mostra la sua vera faccia di film politico.

Non nascondiamo la testa sotto la sabbia. In Italia, come nel resto del mondo, le problematiche inerenti i controlli per l'immigrazione sono tanti e complicati. Spesso, come ci tiene a sottolineare Paskaljevic, anche venate di un razzismo spietato. Quello che non va giù è solo il modo in cui il regista è arrivato a dircelo. Lentamente e in modo ingannevole.

La frase:
- "Quanto hai pagato questo Visto?"
- "Niente, nemmeno un euro..."
- "Allora è falso per forza!"

Diego Altobelli

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