FilmUP - Recensione: Grey Owl

Grey Owl
È la storia vera di Archie Belaney (l'agente 007 Pierce Brosnan) figlio di un medico inglese che agli inizi del novecento decise di abbandonare il suo paese per recarsi in Canada. Qui venne a contatto con gli indiani, diventando uno di loro e prendendo il nome di Grey Owl (Gufo Grigio); cominciò a vivere cacciando nei boschi e vendendo pelli di animali, fino a quando conobbe Anahreo (Annie Galipeau scoperta con "Avik e Albertine"), una giovane cameriera in parte Mohawk, che gli fece scoprire l'amore per la natura e per la salvaguardia delle razze in via d'estinzione, complice anche una bellissima coppia di cuccioli di castori.
Nacque così il mito di questo personaggio uno dei più grandi fautori del movimento ecologista mondiale, prima come guida delle foreste del Canada, poi come conferenziere e come scrittore di grossa fama. Soltanto dopo la sua morte, che avvenne all'età di 49 anni, si scoprì che Grey Owl era in realtà un inglese che niente aveva a che fare con gli indiani, e la cosa suscitò diverse polemiche perchè in molti, tra le popolazioni indiane, si ritennero offesi per aver considerato un bianco come un eroe.
Diretto con precisione da Richard Attenborough (uno che di biografie se ne intende visti i risultati ottenuti con Gandhi e Chaplin), il film riporta fedelmente la vita di Archie Belaney, personaggio che tanto piaceva al regista e a suo fratello (documentarista affermato in materia di animali) fin dall'infanzia, e si avvale soprattutto delle spettacolari immagini girate negli spazi naturali del Mastigouche National Park e sul lago Massawippi.
Si vede che l'interesse e la passione del regista per la storia è notevole, ma probabilmente commette l'errore di puntare un po' troppo sulla storia d'amore tra i due protagonisti, senza però tralasciare gli altri particolari.
Un film per gli ecologisti puri e per gli ammiratori di Attenborough e Brosnan, che recita bene la sua parte.

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