Grandi speranze
L’opera di Charles Dickens più rappresentata sul grande e piccolo schermo è sicuramente "Il canto di Natale", di cui tutti, grandi e piccoli, conoscono la storia anche senza aver letto il libricino. C’è da dire però, che anche il romanzo "Grandi speranze" ha avuto un discreto successo al cinema: nel 1946 David Lean ne realizza un primo adattamento; nel 2012 Mike Newell replica, scegliendo attori interessanti e molto particolari e rappresentando bene la "morale della favola".
Philip Pirrip (Jeremy Irvine), detto più brevemente Pip, è un ragazzino inglese adottato dal marito della sorella, il fabbro Joe (Jason Flemyng), che ha però dei sogni più ambiziosi rispetto a quelli del suo "patrigno": Pip adora la lettura, gli piace studiare e non ama molto lavorare il ferro. Un giorno, la signorina Havisham (Helena Bonam Carter), una donna nobile, lo chiama per soddisfare un capriccio: vederlo giocare con la figliastra Estella (Holliday Grainger). Da quel giorno i due, seppur ancora bambini, si innamorano ma sono costretti a separarsi quasi subito, per poi rincontrarsi una volta adolescenti nei più nobili palazzi di Londra.
La storia del romanzo di Dickens è molto complessa e ramificata, per cui difficile da riassumere: Newell e lo sceneggiatore David Nicholls riescono molto bene a rendere tutte le sfaccettature delle vicende, dalla storia d’amore dei due giovani protagonisti, alle questioni storiche e legali che quasi subito entrano in gioco con il personaggio del galeotto Magwitch (Ralph Fiennes), aiutato dal piccolo Pip quando era in grave difficoltà. Da non perdere di vista anche la storia personale della signorina Havisham, ingannata e defraudata dal futuro marito proprio il giorno delle nozze (da qui il suo odio per gli uomini), davvero toccante; tra l’altro, la scenografia di Jim Clay rende il personaggio e il castello incredibilmente suggestivi.
Il film si apre con una serie di punti oscuri, con dei segreti e delle questioni celate che scopriamo a mano mano che la storia si sviluppa; un meccanismo che tiene il livello della nostra attenzione sempre molto alto, segno di un’ottima qualità della scrittura e della struttura del racconto. Il tutto accompagnato da volti e movenze di attori dalle caratteristiche insolite, per questo molto interessanti.
Helena Bonam Carter dimostra invece di essere poco versatile e di avere ormai un personaggio cucito addosso, che interpreta sempre un po’ allo stesso modo.
Sono molti i sensi in cui può essere letto "Grandi speranze", ma uno appare più chiaro di tutti: la bellissima Estella è cresciuta nella ricchezza ma è stata educata ad essere fredda, calcolatrice, a non provare emozioni verso nessuno perché nessuno le merita davvero. Il contadinello Pip risveglia qualcosa in lei e le fa scoprire il calore degli affetti. Insomma, è duro vivere in miseria, ma se si è circondati da persone che provano forti sentimenti (come Joe nei confronti del suo figliastro), si condurrà una vita certamente più soddisfacente di quella che si avrà in un gelido agio.
La frase:
"Le ho preso il cuore e al suo posto ho messo il ghiaccio".
a cura di Fabiola Fortuna
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