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Friends with money
Cast tutto al femminile al servizio di una commedia ambigua, in bilico tra introspezione psicologica e analisi sociale: Jennifer Aniston primeggia.
"Friends with money" narra le vicissitudini di quattro amiche facoltose dell'alta borghesia americana. Una di loro, Olivia, a causa di un periodo di crisi interiore, decide di guadagnarsi da vivere facendo la donna delle pulizie. La preoccupazione delle sue amiche non tarderà a farsi sentire...
Tra dialoghi che tentano di ricalcare le orme di commedie interpretate da Woody Allen, e ritmi narrativi a metà strada tra "Disperate Housewife" e "Friends", la pellicola della regista Nicole Holofcener, al suo terzo film, si dipana in modo ambiguo e poco convinto, facendo nascere negli occhi dello spettatore dubbi e perplessità su quali fossero le sue reali intenzioni nel voler raccontare la storia di "Friends for money". La spocchia di cui sono infarciti i dialoghi e i personaggi del film raggiunge l'irritante già nelle scene iniziali di girato in cui assistiamo ad una cena tra le quattro amiche e i loro rispettivi compagni: argomenti sterili e deboli argomentazioni che tratteggiano un'America sciocca e priva di valori, attenta semmai all'apparenza e al solo guadagno monetario, specchio opaco di felicità, benessere ed equilibrio.
Tutta la pellicola continua su questa tendenza senza mai prendere posizione sui personaggi o sulle loro vicende, limitandosi a una cronaca spoglia di qualsivoglia punto di vista interpretativo. Sfugge quindi, in questo valzer di ipocrisia e arroganza, il vero motivo scatenante del raccontare una storia che, con una regia televisiva ed un cast azzeccato, non riesce neppure nell'intento finale di appassionare lo spettatore. Ambiguità di fondo che si riflette anche sui personaggi e i loro caratteri, specialmente su quello interpretato dalla Aniston: una sorta di ragazza alla pari, vecchia amica delle tre, col quale ha un legame affettivo, ma con le quali non riesce ad integrarsi totalmente.
Nel vedere "Friends for money", insomma, si avverte un senso di disagio: non tanto per la mancanza di una vera trama, la cui assenza di un "perno centrale" lascia semplicemente perplessi; né per la recitazione, che semmai risulta azzeccata e "coperta" da attrici preparate e in parte come Joan Cussack, Catherine Keener e la stessa Aniston; né, infine, per la regia, comunque gradevole e mai confusa. Il disagio si avverte per l'effettiva assenza di un punto di vista, quello della regista, nel raccontare le sterili problematiche di quattro donne senza preoccupazioni, i cui pensieri appaiono, agli occhi della gente comune, semplicemente ridicoli.
La frase: "...Sei un pò scemo?..."
Diego Altobelli
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