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1vs1, 1 con 1, 1 e 1. I rapporti di Michael Mann: MIAMI VICE |
Ahsaas
Reg.: 18 Apr 2006 Messaggi: 779 Da: Parma - India (es)
| Inviato: 07-10-2006 04:01 |
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in attesa, riporto di seguito l'ottimo articolo dei Cahiers du Cinema, che ne parla in maniera assai "ambigua"..
Ad un primo sguardo, Miami Vice non fa che confermare l’opinione critica più diffusa su Michael Mann : si tratta di un artista iper-dotato, il cui virtuosismo stilistico compensa un messaggio piuttosto etereo, l’intensità formale avendo la tendenza a mascherare l’imprecisione della trama o l’incoerenza del pensiero. Ma il suo ultimo film è di quelli che andrebbero visti due volte. Una prima per fare la lista delle attese mancate e delle debolezze del film, una seconda per cogliere quello il senso del progetto di Mann : sfruttare le possibilità estetiche dell’alta definizione e tirare tutte le conseguenze in termini narrativi. Le debolezze si trasformano allora in ipotesi, senza dubbio fragili ma certamente innovative, su un nuovo regime del visibile, capace di generare una nuova forma del film d’azione.
Ci si chiede in primo luogo che cosa tenga in piedi Miami Vice. Certo non l’intreccio poliziesco. E impossibile seguire quello che in un primo tempo si presenta come il nocciolo dell’inchiesta : una storia di sbirri infiltrati undercover in una multinazionale dedita al traffico di armi e di droga, per reperire la talpa che è costata la vita di diversi loro colleghi. Annunciato durante un incontro con il capo locale del FBI, questo filo non-conduttore resuscita senza preannuncio nel secondo terzo del film, per risolvere in maniera più o meno incomprensibile un’inchiesta che lo spettatore ha dimenticato da tempo. Mann fa prova di una nonchalance brutale rispetto alla credibilità e all’intelligibilità del racconto. In luogo di una progressione articolata dell’inchiesta poliziesca, giustappone le sue prove di forza spettacolari senza preoccuparsi della loro necessità narrativa né del loro raccordo reciproco. L’intrigo di Collateral , riassunto dall’esecuzione di una lista di omicidi, conveniva a questo principio declinatorio di sequenze vedove o orfane. Quello di Miami Vice, presentato come un’inchiesta con esposizione, sviluppo e risoluzione, lo sopporta male.
Che il film riposi sulla sovranità dello stile del cineasta ? Ancora una volta, delusione. Coloro i quali si aspettavano di ritrovare lo splendore vellutato di Collateral, la fluidità visiva e sonora che produceva un flusso perfettamente omogeneo, saranno sorpresi dall’aspetto rabberciato di Miami Vice. Senza porsi il problema della coerenza estetica, Mann accosta uno stile all’altro come tanti videoclip indipendenti, al livello dei peggiori brani FM appiccicati alle immagini. Il confronto di due scene in discoteca riassume lo scarto tra i due film. Fluida coreografia in Collateral, accompagnata da una sola musica, racconto perfettamente leggibile nonostante la confusione. Qui invece, tre pezzi si susseguono, come i tagli decorativi sui pericolosi frammenti di un’azione incomprensibile. Incoerente, illeggibile, decorativo : Mann è annegato nel vizio di Miami. Che il regista faccia qualcosa d’altro a parte filmare bene le automobili, le barche e gli aerei ? Che abbia dimenticato di fare il film, distratto dalla velocità dei veicoli ? Tutto il contrario, Mann ha dipinto il ritratto in alta definizione di un mondo diventato incoerente, illeggibile e decorativo attraverso la libertà espressiva delle tecnologie digitali.
L’inchiesta non è che un pretesto. La posta in gioco è dichiarata durante il secondo abbocco degli sbirri con il boss del FBI : come risalire in superficie quando si è abituati a vivere undercover ? Quanto al soggetto, lo possiamo formulare in questa maniera : a cosa somiglia la vita, che cos’è essere se stessi in un mondo dove il perfezionamento delle tecniche di sorveglianza condanna all’ultra-visibilità ? Per agire undercover, Crockett et Tubbs non possono contare su un’abilità alla James Bond. Devono nascondere ogni differenza visibile tra loro e quelli che infiltrano. La sola risposta all’ultra-visibilità è l’illeggibilità. Esempio : l’aereo che trasporta la droga non ha alcuna possibilità di sfuggire al controllo radar. Risposta : far volare due aerei abbastanza vicini l’uno all’altro perché inviino un solo segnale. Idem per Sonny Crockett alias Burnett : la sua sola chance di sopravvivere undercover è di non distinguersi da un trafficante. Miami Vice non pone il problema morale dell’assottigliarsi delle frontiere tra il bene e il male, ma il problema estetico della soppressione della differenza visibile tra uno sbirro e il suo nemico. Sonny non è tentato di tradire il proprio campo, ma di rimanere undercover : si lascia sedurre dal gioco dell’illeggibilità, più esaltante che la velocità degli off-shore.
Se Mann consacra tanto tempo alla fuga amorosa di Sonny alla Avana con la donna del barone della droga, il motivo è che lo sbirro approfitta senza ritegno dei vantaggi dell’illeggibilità. Giocando intelligentemente l’estetica pubblicitaria (samba sulla pista, drink sugli attici, mille bolle blu sotto la doccia) Mann trasforma questo non-luogo in zona della perfetta non-distinzione tra la vita vera e i fuochi d’artificio, tra il vero e il fasullo. Toccato dal gesto d’amore di Isabella, che gli asciuga i capelli all’uscita della doccia, Sonny passa in tutta naturalezza ad un tentativo di rinegoziare del loro contratto mafioso, senza che questo urti l’agguerrita businesswoman. Cambiamento di registro ultrarapido, modello ridotto delle brutali transizioni messe in opera da Mann tra una sequenza ed un altra del film. E il comportamento stesso di Sonny che, per lo spettatore, diventa indecifrabile ; ha sedotto Isabella per il piacere di prolungare il gioco ? oppure cerca di prolungare il gioco perché si é innamorato ? Se tanti gesti, comportamenti e scene di Miami Vice sembrano immotivati o aberranti, è perché non si sa mai quale messinscena rivelino, a quale sguardo siano destinati. L’ultra-visibilità genera la sua propria confusione come condizione di libertà. Paradosso del panottico globalizzato : vediamo in diretta, ma non capiamo nulla. Miami Vice riposa interamente su questa alleanza di alta definizione e di confusione, che caratterizza la vita e la percezione in un regime politico ed estetico di sorveglianza realizzata.
L’eterogeneità sbandierata dello stile visivo non comporta alcuna regressione rispetto a Collateral, ma un approfondimento dello specifico dell’HD (alta definizione), di cui Mann si serve qui in maniera brutale e sistematica. Gli incessanti cambiamenti della trama dell’immagine e della dominante colore, per esempio, risultano dall’alta reattività del digitale alle variazioni della luce naturale. Nello stesso piano, un leggero movimento di Burnett basta a far passare il suo viso dal grigio al giallo, e le mani dal giallo al magenta. Campo-controcampo tra Burnett e Tubbs giusto prima della sparatoria finale : dominante ciano per l’uno, giallo per l’altro. Man avrebbe potuto omogeneizzare la fotografia del suo film : o in fase di ripresa, attraverso una luce artificiale, oppure attenuando le variazioni dopo il montaggio in fase di correzione colore. Se non lo ha fatto, vuol dire che il progetto di Miami Vice è di mettere a nudo la sfera dell’alta definizione. Una sfera la cui i tempi, troppo rapidi, non consentono decisioni ma solo reazioni. Conseguenza estetica : il cineasta non decide la luce, l’obiettivo reagisce. Conseguenza narrativa : i personaggi non agiscono se non reagendo, le sequenze si accavallano troppo velocemente, attraverso dei corto-circuiti spazio-temporali permanenti. Eterogeneità visiva e confusione narrativa sono gli effetti indissociabili della scommessa che Mann ha fatto giocando alla roulette dell’HD. Sviante, seducente, confuso, Miami Vice è il contrario di un feticismo consumistico. Mann testimonia un’ambizione troppo raramente assegnati al cinema : quella di impiegare una tecnica al proprio disvelamento, all’esposizione di un mondo che essa stessa contribuisce a modificare. Le implicazioni estetiche e politiche di questo progetto sono in questo testo soltanto sfiorate. Così come il film necessita una doppia visione, incombe su di noi il compito di ritornarci più lungamente.
_________________
http://www.positifcinema.com/
[ Questo messaggio è stato modificato da: Ahsaas il 07-10-2006 alle 04:02 ] |
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Tristam ex "mattia"
Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 07-10-2006 05:27 |
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E' uyn pezzo scritto molto bene,,,, ma mi riprometto di rispondere per le rime a questo redattore dei chaiers che non è capace di vedere il cinema... Adesso ho un sonno terribile, e anche saprei come ridurlo al silenzio spero di avere la stessa energia in nuce di ora.
Comunque fanculo ai Caihers se nonn sanno più dove vedere il cinema... il loro nome è un male per il presente. speriamo che chiudano come doveva succedere qualche anno fa.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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13Abyss
Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 07-10-2006 14:47 |
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che film figosissimo.
_________________ Rubare in Sardegna è il Male. |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 07-10-2006 14:50 |
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Il film di Mann è di una potenza devastante. Mi piacerebbe scriverne accuratamente, ma la wireless fa schifo...
Da rivedere comunque per comprenderne meglio le dinamiche registiche.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 07-10-2006 14:53 |
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quote: In data 2006-10-07 14:47, 13Abyss scrive:
che film figosissimo.
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che cazzo vuoi dire?
argomenta, altrimenti con questa tua opinione sai cosa faccio? la ignoro!
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 07-10-2006 14:55 |
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Stiamo condividendo la stessa wireless merdosa, che cazzo vuoi che argomenti...
Magari nei prossimi giorni.
Comunque, secondo me, il film di Mann è il miglior film dell'anno.
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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liliangish
Reg.: 23 Giu 2002 Messaggi: 10879 Da: Matera (MT)
| Inviato: 07-10-2006 14:56 |
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quote: In data 2006-10-07 14:55, Marienbad scrive:
Stiamo condividendo la stessa wireless merdosa, che cazzo vuoi che argomenti...
Magari nei prossimi giorni.
Comunque, secondo me, il film di Mann è il miglior film dell'anno.
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mmmmmh... no, è che stavamo appunto discutendo della storia dell'argomentazione in altra sede...
_________________ ...You could be the next. |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 07-10-2006 14:58 |
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Fate come cazzo vi pare, comunque ciò che dite non ha senso, non vale una cippa e lo ignoro. (cit.) |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 07-10-2006 15:01 |
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quote: In data 2006-10-07 14:53, mescal scrive:
quote: In data 2006-10-07 14:47, 13Abyss scrive:
che film figosissimo.
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che cazzo vuoi dire?
argomenta, altrimenti con questa tua opinione sai cosa faccio? la ignoro!
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[Abyss]
mi contraddico?
ebbene si, ma io opossum.
vuoi che argomenti?
Mann è il regista dell'urbano, delle luci artificiali, dello stile falsamente reportagistico che contiene in nuce la potenza espressiva di film d'azione uguali soltanto a sè stessi. questo è l'inizio dell'argomentazione...
il continuo e le conclusioni le lascio a cacca cacca pù pù, che ne sa sicuramente più di me.
in realtà, me ne sbatto di analizzare i film, non sono mica un critico io. lascio il dovere volentieri ad altri, basta che non scrivano castronerie immense.
io i film me li godo a gogo.
ecco perchè io ho adorato la Dalia mentre quella minchiona di Marien no.
ma tu vuoi mettere bocca con lievi venature di arroganza.
quindi oh mescal, argomentami sta minchia!
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 07-10-2006 15:05 |
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quote: In data 2006-10-07 15:01, Marienbad scrive:
quote: In data 2006-10-07 14:53, mescal scrive:
quote: In data 2006-10-07 14:47, 13Abyss scrive:
che film figosissimo.
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che cazzo vuoi dire?
argomenta, altrimenti con questa tua opinione sai cosa faccio? la ignoro!
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[Abyss]
mi contraddico?
ebbene si, ma io opossum.
vuoi che argomenti?
Mann è il regista dell'urbano, delle luci artificiali, dello stile falsamente reportagistico che contiene in nuce la potenza espressiva di film d'azione uguali soltanto a sè stessi. questo è l'inizio dell'argomentazione...
il continuo e le conclusioni le lascio a cacca cacca pù pù, che ne sa sicuramente più di me.
in realtà, me ne sbatto di analizzare i film, non sono mica un critico io. lascio il dovere volentieri ad altri, basta che non scrivano castronerie immense.
io i film me li godo a gogo.
ecco perchè io ho adorato la Dalia mentre quella minchiona di Marien no.
ma tu vuoi mettere bocca con lievi venature di arroganza.
quindi oh mescal, argomentami sta minchia!
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hahaha... comunque non hai scritto molte più righe di Tintobrass...
pace (con lievi venature di arroganza, che si nota solo negli altri peraltro), ma francamente la battuta me l'avete servita su un piatto d'argento. |
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13Abyss
Reg.: 20 Lug 2003 Messaggi: 7565 Da: Magliano in T. (GR)
| Inviato: 07-10-2006 15:19 |
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ah, ma non ho detto che gli altri difettano di arroganza.
nello specifico, me medesimo ti da 10 a 1.
ciò non toglie che il commento di Tinto sia merda 10 a 1.
peace & bove. |
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Marienbad
Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 07-10-2006 15:32 |
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Comunque io non c'entro un cazzo con 'stammerda. Marienbad |
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mescal
Reg.: 22 Lug 2006 Messaggi: 4695 Da: napoli (NA)
| Inviato: 07-10-2006 15:36 |
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Io non vi ho visto una tale percentuale di merda... l'ho valutato come un intervento critico sul film, e il fatto che vi fossero voci in dissenso mi ha provocato maggiore curiosità nei confronti dello stesso...
vedremo al cinema, d'altra parte putroppo la cultura occidentale non ammette più il concetto di Verità univoca e indiscutibile, penso sia proibitivo pensare di restituirgli linfa vitale dalle pagine di filmup.
fine o.t. |
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Ahsaas
Reg.: 18 Apr 2006 Messaggi: 779 Da: Parma - India (es)
| Inviato: 07-10-2006 21:35 |
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ma poi piantatela di fare gli sboroni, e andate un po' affanculo (cit.)
_________________ "E' FINITA" SI DICE ALLA FINE |
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leonessa
Reg.: 09 Ago 2002 Messaggi: 5315 Da: Abbiategrasso (MI)
| Inviato: 07-10-2006 23:20 |
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Mann ci delizia nuovamente delle sue atmosfere, cambia città (da LA passa a Miami) ma si prende di nuovo quella fetta di mondo che vive di notte.
Al contrario del telefilm giocato sui toni brillanti e sulla luce sgargiante di Miami, il film di Mann si libera dagli anni 80 e vive di colori scuri e di una città che raramente abbiamo visto così buia, burrascosa, temporalesca e ventosa.
La storia non offre nulla di nuovo sotto il sole. Ma se dietro c'è l'abile mano di Mann tutto si trasforma in una scoperta. Anche dei due attori. Nuovamente Jamie Foxx (avevano già girato insieme "Collateral") e per la prima volta Colin Farrel. Colleghi, compagni, amici che viaggiano in coppia sul bordo della giustizia in una forza di polizia che forse esisteva solo 20 anni fa.
1bix8
_________________ I'm impossible to forget but hard to remember |
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