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Il diario quotidiano dei nostri inviati con il resoconto di quanto accade al Festival, cinema ma non solo...
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24.05.2008 - Diario del giorno
Ci siamo. Il 61esimo Festival di Cannes ha mostrato tutte le sue carte. Domenica 25 maggio sarà presentato il film di chiusura di Barry Levinson, "What Just Happened?", con Robert De Niro. Ora però siamo in attesa del verdetto della Giuria, presieduta da Sean Penn.
Penn, che abbiamo incrociato più volte, occhiali da sole e aria imbronciata, mentre usciva scortato dal Palais, dove un'auto nera del Festival lo attendeva sempre, ha dichiarato che la Giuria farà esattamente il contrario di ciò che accade ogni anno agli Academy Awards: premierà i film e le interpretazioni meritevoli, senza cedere a pressioni e a scelte facili. Polemico, arrabbiato, con un'energia invidiabile: pare che in questi dieci giorni non abbia mancato un party.
E mentre il merchandising del Festival propone gli ultimi oggetti e souvenir rimasti, dopo un saccheggio quotidiano, e il Palais si svuota, fuori, davanti alla Montée des Marches, è ancora festa, di musica, di auto improponibili, di abiti sontuosi, scenografici, osé, di donne che salgono con attenzione i gradini, traballanti in tacchi sempre più alti, bersagliate dai fotografi e dalle occhiate e urla dei curiosi, che sono sempre tantissimi.
Due film hanno chiuso il Concorso: "Entre les murs" di Laurent Cantet, il 'Ken Loach francese', solida e classica opera che segue le difficoltà di un professore di letteratura in una scuola, accolto con grandi consensi, e "Palermo Shooting" di Wim Wenders, con Campino, leader del gruppo Die Toten Hosen, qui attore nel ruolo di un fotografo in crisi, che incontrerà a Palermo l'italiana Fulvia, la nostra Giovanna Mezzogiorno. Il film di Wenders ha raggiunto un record: forse è il più fischiato dei film in concorso, con una proiezione stampa accompagnata da risate molto frequenti. In effetti Wenders pare aver smarrito la strada, perso nella bella fotografia di Franz Lustig, con una sceneggiatura e una regia sciatta e poco edificante. Una visione molto imbarazzante, per un film che viene dedicato a Ingmar Bergman e Michelangelo Antonioni, fonti di ispirazione.
Qualche vincitore c'è già. Nella sezione Un Certain Regard il trionfo è per "Tulpan", del regista kazako Sergey Dvortsevoy; il Premio Fipresci è stato attribuito a Delta dell'ungherese Kornél Mundruczó, mentre per la sezione Un Certain Regard è stato premiato "Hunger" dell'inglese Steve McQueen.
Giulia Baldacci
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