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23.05.2008 - Diario del giorno
"Il divo" Giulio entra in scena a Cannes. I misteri sono svelati, il film di Paolo Sorrentino, di cui si è fatto un gran parlare, accrescendo l'aspettativa, è stato presentato alla platea internazionale di Cannes. E gli italiani non dovranno attendere molto: sarà nelle sale dal 28 maggio, distribuito in 300 copie da Lucky Red. Aiutato da un 'glossario italiano', nei titoli di testa, che dovrebbe essere come un filo di Arianna nel labirinto politico, il film si conclude con le sentenze dei processi a carico del senatore a vita Giulio Andreotti, sette volte presidente del Consiglio e ventisette volte ministro.
Nonostante l'eco del film, non era molto affollata la conferenza stampa: tra sedie rimaste vuote e molta stampa italiana, Paolo Sorrentino, con parte del cast, tra cui il protagonista Toni Servillo, Anna Bonaiuto e Pietra Degli Esposti, ha risposto con molta serenità alle domande.
"Non c'è stata alcuna richiesta di tagli da parte di Giulio Andreotti: mi sono arrivate delle voci, ma non dal senatore a vita. Andreotti ha visto il film in proiezione privata e so che è rimasto stizzito: ed è un risultato anche questo, una vera notizia, da parte di uno che non reagisce mai. Questo è ciò che può fare il cinema, la sua forza". E poi: "Andreotti è un personaggio contraddittorio. Un uomo capace di alimentare l'ambiguità e apparire allo stesso tempo un buon padre di famiglia".
Toni Servillo, che a Cannes è presente anche per Gomorra, racconta: "per prepararmi a questo personaggio più che alla documentazione giornalistica mi sono ispirato a Todo Modo di Elio Petri, in cui un attore meraviglioso come Gian Maria Volonté interpretava un politico vivente come Aldo Moro. Poi ho letto anche il libro di Giorgio Manganelli 'Mammifero italiano', in cui ho trovato quell'atmosfera 'da curia' che mi ha aiutato a entrare nel mistero del mio personaggio".
Oltre a Il divo, in concorso "Synecdoche, New York", del famoso e amato sceneggiatore americano Charlie Kaufman ("Essere John Malkovich"; "Se mi lasci ti cancello"), che esordisce dietro la macchina da presa. Il titolo del film è un gioco di parole fra Schenectady, il luogo in cui è ambientata la vicenda, e la sineddoche, una figura della retorica, con cui si indica una parte per il tutto. Anche qui grandi protagonisti, a partire dal Premio Oscar Philip Seymour Hoffman.
Applaudito a lungo "My Magic" del regista di Singapore Eric Khoo, in concorso. Vicenda dolorosa di un uomo (interpretato con bravura da Francis Bosco) ex mago, che si lascia andare, abbruttito dall'alcol, fino ad arrivare a rischiare il tutto e per tutto per il giovane e giudizioso figlio.
Non possiamo tralasciare di segnalare "Chelsea on the Rocks" di Abel Ferrara, presentato fuori concorso: il famoso hotel di New York, vicino al malfamato quartiere di Chelsea, riprende vita attraverso le testimonianze di Dennis Hopper, Grace Jones, Ethan Hawke, Milos Forman e moltissimi altri, un nostalgico viaggio nei ricordi dell'albergo in cui abitavano e si ritrovavano poeti, scrittori e musicisti.
Giulia Baldacci
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