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Il diario quotidiano dei nostri inviati con il resoconto di quanto accade al Festival, cinema ma non solo...
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22.10.2008 - Diario del giorno
Si è aperto il terzo festival del Cinema di Roma e alla fine della prima giornata si ha avuto una generale sensazione di alienazione e confusione. Non tanto per il programma, invero quest'anno meno incisivo della scorsa edizione, quanto per le numerose proteste che in un modo o in un altro hanno coinvolto e coinvolgono, come farebbe un vento di bonaccia in mare aperto contro velieri a tutta forza, le varie iniziative della manifestazione cinematografica.
Al Pacino, che ritirerà il Marco Aurelio alla carriera, si è rubato tutta la prima giornata, egoisticamente, con l'atteggiamento sornione e furbo di un attore navigato, ma dimostrando di avere grande eleganza, nei modi nei gesti e nelle parole, e grande umiltà nel voler continuare ad affrontare il proprio mestiere, quello dell'attore, con curiosità e energia.
Nella sala che accoglieva la conferenza stampa i giornalisti erano gremiti, probabilmente anche per dare un vero senso alla prima giornata del Festival che, senza il grande Al, non avrebbe avuto la stessa risonanza.
Quando Al Pacino ha fatto la sua entrata sul palco della sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica di Santa Cecilia a Roma, anche quest'anno sede della manifestazione, un lungo e teso applauso di magnificenza si è alzato. La standing ovation è stata d'obbligo, ma è stata troppo breve. Un'introduzione breve dello stesso Al Pacino, ha conosciuto poi le domande dei giornalisti.
Il tempo è trascorso in fretta e dopo la conferenza stampa, siamo usciti all'aperto per il Red Carpet d'inaugurazione.
Volti noti dello spettacolo come Luca Barbareschi, Andrea Osvalt, Simona Ventura accompagnata persino da un Timothy Dalton quasi irriconoscibile. Anche il presidente Rondi si è concesso ai fotografi, fino ad arrivare al grande momento di Al Pacino che tra inchini e gesti plateali si e' lasciato andare ai flash.
Ma c'era un'aria strana in città e ad un tratto alcuni contestatori hanno manifestato contro la chiusura del Centro Sociale / Associazione Culturale noto col nome di Horus, fatta sgombrare a Roma la sera scorsa dalla polizia. Al grido di "Roma libera" hanno perfino invaso il Red Carpet, brevemente, sotto i riflettori dell'Auditorium. Prima la sicurezza, poi un manipolo di caschi blu hanno fatto demoralizzare il piccolo gruppo di contestatori, che nel volgere di una mezz'ora hanno fatto perdere le loro tracce.
Poco distante, comunque, un altro gruppo, questa volta di studenti universitari, manifestavano contro la mancanza di fondi per l'Università "La Sapienza".
Senza fare sterili allarmismi si respira un'aria diversa che, inutile nasconderlo, ha ricordato qualcosa che si perde nella memoria storica, e che ha a che fare con il "resistere". Nella buona e nella cattiva sorte.
E domani il Festival inizia davvero.
Diego Altobelli
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