Facciamola finita
Insieme al Seth Rogen di "The Green hornet" (2011), qui al suo esordio dietro la macchina da presa affiancato dal socio Evan Goldberg, è il Jay Baruchel di "Million dollar baby" (2004) che, nel corso dei primi minuti di visione, troviamo all’interno di quella che – tratta dal cortometraggio "Jay and Seth versus the Apocalypse" (2007) di Jason Stone – si presenta in maniera tutt’altro che distante da una qualsiasi commedia a stelle e strisce d’inizio XXI secolo.
Solo nel corso dei primi minuti di visione, però, perché, oltre a scoprire immediatamente che i due, come pure il resto del cast, sono impegnati a interpretare se stessi, non tardiamo a vederli alle prese con una vera e propria minaccia nei confronti della Terra che, inizialmente manifestatasi attraverso terremoti e misteriosi fasci blu venuti dal cielo per risucchiare le persone, li costringe a rifugiarsi in casa di James Franco, dove era in corso una festa pullulante di volti più o meno noti di Hollywood, insieme ad altri pochi sopravvissuti; dal Jonah Hill candidato all’Oscar per "Moneyball - L’arte di vincere" (2011) al Craig Robinson di "Un tuffo nel passato" (2010), passando per il Danny McBride di "Tropic thunder" (2008) e la Emma Watson della saga "Harry Potter".
Del resto, oltre al succitato lungometraggio tratto dalle avventure del Calabrone verde, non viene dimenticato neppure l’occhialuto maghetto creato da J.K. Rowling nel calderone di riferimenti verbali cinefili tipici del regista-protagonista, il quale, tra frecciatine autoironiche ed un Michael Cera grottescamente cocainomane (!!!), tira stavolta in ballo anche "Dirty dancing-Balli proibiti" (1987), "Terminator 2 - Il giorno del giudizio" (1991) e il tolkieniano Gandalf il grigio.
Ma, in mezzo ad apparizioni a sorpresa (citiamo solo il Paul Rudd di "Questi sono i 40") e colonna sonora comprendente, tra l’altro, "Will always love you" e "Spirit in the sky", a colpire particolarmente è l’accentuato (e inaspettato) lato horror dell’operazione, non priva di esagerate vomitate proto-"L’esorcista" (1973), cannibalismo e abbondanti dosi di splatter sguazzanti tra corpi infilzati e decapitazioni.
Lato che Rogen e Goldberg, comunque, continuamente presi a sbeffeggiare lo star system, sfruttano al solo fine di generare in maniera diversa dal solito comicità, un po’ come fece Peter Jackson tramite "Bad taste - Fuori di testa" (1987) e gli altri suoi lavori d’inizio carriera.
Con le differenze riscontrabili non solo nel fatto che "Facciamola finita" – come testimoniano anche le splendide, mostruose creature presenti – sia stato concepito grazie a un budget decisamente più alto di quelli di cui disponeva allora il cineasta neozelandese, ma anche nella discutibile scelta da parte dei due autori di infarcire in maniera eccessiva di volgarità (il lungo scontro verbale riguardante la masturbazione si poteva evitare) la folle ora e quaranta totale... rischiando di far scemare un po’ troppo quello che rimane, in ogni caso, un divertente elaborato ricco di spettacolarità e occasioni per ridere.
La frase:
"Io non voglio crepare a casa di James Franco".
a cura di Francesco Lomuscio
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