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Eye in the sky
In cantonese la parola che indica l'idea di sorveglianza, pedinamento è resa con una parola che letteralmente vuol dire "occhio nel cielo", da cui il titolo evocativo di questa pellicola di Hong Kong basata su una sezione della polizia che si occupa di appostamenti e pedinamenti. "Eye in the sky" rientra in quel filone di settorializzazione ed estrema specializzazione che ha caratterizzato i polizieschi televisivi e cinematografici degli ultimi anni, in particolare con la fortunata serie CSI.
Mentre però la famosa serie televisiva segue i binari della tecnologizzazione, questo "Eye in the Sky", forse un prodotto non eccelso ma onesto e godibile nello svolgimento, va in un certo senso in controtendenza. Anche se gli operativi di questa forza speciale usano tecnologie sofisticate ad avanzatissime, il messaggio che viene lanciato in modo estremamente chiaro è che nessun ritrovato può sostituire l'intuizione e la capacità di osservazione di un essere umano.
I membri di questa squadra speciale non traggono conclusioni e non dirigono direttamente le indagini, ma come dice il loro motto non ufficiale "osservano e ricordano".
La regia indugia spesso in riprese dall'alto, quasi per sottolineare il titolo e va detto a suo onore che riesce a mantenere desta l'attenzione anche se il pedinamento è forse una delle attività più noiose da rendere cinematograficamente. In questo senso e contro ogni previsione "Eye in the Sky" è un film che funziona, e chissà che un giorno non segua la stessa strada di "infernal affairs", ripreso recentemente in "The Departed" da niente meno che Martin Scorsese.
In maniera analoga a queste due pellicole appena citate la seconda parte di questo agile film è proprio basata sullo scontro tra un osservatore della polizia ed uno scaltro "palo" dedito invece ad attività meno oneste. Peraltro si potranno scorgere una serie di tematiche molto care al cinema di Hong Kong, il rapporto tra crimine e retribuzione, l'idea di progresso personale al servizio del bene e naturalmente il senso di dovere e di appartenenza rispetto a una causa più alta. Gradevole il richiamo interno tra la prova di ammissione non superata e il confronto finale con la nemesi della giovane pedinatrice e sorprendente la risoluzione "per contrappasso". Anche qualora non uscisse nelle sale italiane è da tenere d'occhio per l'home video.
La frase: "La tua prova ha fatto schifo, ma a differenza di molti poliziotti hai una faccia stupida e questo è un bene".
Mauro Corso
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