FilmUP - Recensione: El ultimo truco

El ultimo truco
Il passaggio al sistema digitale nel cinema ha richiesto anche le sue vittime, e tra quelle illustri ci sono gli artisti - il più delle volte anonimi - degli effetti speciali artigianali. Una scuola, la loro, che inesorabilmente scompare, oggi affidata ai soli appassionati (uno dei primi nomi che vengono in mente è il regista Michel Gondry) in quanto neanche più connessa alla questione del basso costo, data ormai l’economicità delle nuove tecnologie. "El Ultimo truco" è il tributo a Emilio Ruiz del Rìo, l’"ultimo grande" (oltre 500 i films - "non mi vogliono mandare in pensione", ci scherzava su - in cui ha lavorato al fianco dei grandi cineasti, da Orson Welles a Stanley Kubrick), per coincidenze della sorte morto improvvisamente durante la fase di montaggio del documentario di Sigfrid Monleòn, autore di corti, documentari, telefilm, lungometraggi di finzione.

Il quale – assemblando interviste, fotografie e video inediti – ci avvicina al contesto di un cinema che fu, oltre che al personaggio, di cui approccia lo spirito e l’opera sul set. Ha avuto una frequentazione privilegiata con l’Italia Ruiz del Rìo, dal lungo connubio con Enzo Girolami Castellari (il regista con cui ha girato e si è divertito maggiormente, 22 i titoli firmati insieme) ai quasi 10 anni di attività nelle produzioni Dino De Laurentiis. Attento osservatore, apprendista e inventivo, è stato un ingegno caratterizzato da una semplicità dovuta anche ai pochi mezzi a disposizione (in particolare, usava molto ritagliare la latta), da una grossa abilità nel disegno - soprattutto in bianco e nero su vetro - così come in modellini, fondali e scenografie in miniatura.
Inseriva il falso nel vero, in modo tale che – scopriamo con fanciullesco trasporto - il risultato "è tutto finto, ed è reale", proprio come fa un illusionista. Per questo detestava l’avvento dei "making of" nei DVD che fanno luce su questo mondo magico, i cui segreti, per lui, non andrebbero mostrati. Allo stesso modo in cui lo svelare rovina i trucchi dei giochi di prestigio.

La frase: "La genialità è sempre semplice".

Federico Raponi

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