James Bond 007 - La morte può attendere
Passano gli anni, ben quaranta, e si accumulano le pellicole, arrivate alla ventesima, ma, seppur scandito da musiche decisamente più moderne (è la volta di Madonna a ritmo rap/hip hop), l'inossidabile 007 torna puntualmente sullo schermo. Pierce Brosnan lo incarna alla perfezione: cinquanta anni portati con estrema disinvoltura, un aplomb molto british, lui che è irlandese, e la sua perfetta eleganza londinese, firmata Brioni. Al suo fianco la lanciatissima Halle Berry, "bond girl" del nuovo millennio che invece di essere il consueto oggetto di piacere del buon James, assurge al ruolo di comprimario a tutti gli effetti (si vocifera di uno "spin off" a lei dedicato). Al timone Lee Tamahori ("Once were warriors") regista neozelandese che fa del "dogma" la sua personale eresia e crede fermamente nell'azione adrenalinica al 100% che ama circondarsi di collaboratori che la pensano esattamente come lui (basti pensare alla scena di surf d'apertura o al furioso inseguimento in macchina sul lago ghiacciato curato dagli aiuto registi).
Ricetta ormai collaudata spettacolarizzazione ai limiti del grottesco, luoghi esotici e molto glamour, macchine da sogno e, immancabili, donne pronte a gettarsi ai piedi di James, d'altronde i bondiani si aspettano esattamente questo ed amano vedere sempre facce nuove, ad eccezione di "M" (Judy Dench) e "Q" (John Cleese che si trova a sostituire il compianto Llewelyn).
Sulla trama, decisamente innovativa, non sveleremo nulla, ma per non trovarvi impreparati eccovi un pratico elenco delle citazioni:
  • il design del bikini con cui la Berry esce dall'acqua, nonché la cintura da sub con pugnale e lo stesso di Ursula Andress in "Licenza di uccidere / Dr. No";
  • la scarpa con lama in punta che Bond guarda con nostalgia nel laboratorio di Q, è quella usata in "Dalla Russia con amore";
  • il laser industriale con cui tentano di uccidere Jinx è un chiaro omaggio a quello di "Goldfinger" che avrebbe dovuto segare in due Bond per non parlare della sfida di scherma con in palio il diamante che si rifà alla partita di golf tra 007 e Goldfinger con un lingotto d'oro in premio o alla sequenza iniziale in cui Bond si leva la muta mostrando sotto normali vestiti;
  • lo zaino-razzo nel laboratorio di Q, che Bond attiva per sbaglio, è lo stesso di "Thunderball";
  • il nome della nave "HMS Tenby" su cui è imbarcato 007 è lo stesso di "Si vive solo due volte";
  • nelle sequenze finali sulla scrivania di Moneypenny c'è un CD marcato "OHMSS" [On Her Majesty's Secret Service], chiaro riferimento a "Al Servizio Segreto di Sua Maestà";
  • Il satellite con parabola al diamante in grado di concentrare i raggi del sole, è lo stesso progetto del folle Blofeld in "Una cascata di diamanti" ed a ricordarcelo c'è il motto della compagnia di Gustav Graves: "Diamonds are Forever" (titolo originale del film del '71);
  • Bond a Cuba usa la stessa pistola di "Vivi e lascia morire";
  • il sistema di corridoi con specchi della clinica di Cuba, ricorda il palazzo di Scaramanga in "L'uomo dalla pistola d'oro";
  • il paracadute con la bandiera inglese di Graves è lo stesso che Bond usava per fuggire in "La spia che mi amava";
  • l'hovercraft di Moon precipita dalla cascata come la barca di Squalo in "Moonraker";
  • il tuffo all'indietro dalla scogliera di Jinx, ricorda la fuga di Magda dalla stanza di Bond in "Octopussy", inoltre nel laboratorio di Q si vedono sullo sfondo sia il minijet che il sottomarino tascabile dello stesso film;
  • Graves ammira la distruzione che sta creando dalla cabina di pilotaggio del suo aereo come faceva Zorin in "Bersaglio mobile";
  • le macchine che escono dal vano bagagli dell'aereo e l'Aston Marin con le gomme chiodate retraibili sono prese direttamente da "The living daylights";
  • M revoca la licenza di uccidere a 007 per la seconda volta come in "Vendetta privata", inoltre la massaggiatrice cinese tiene nascosta la sua pistola nello stesso posto dove l'aveva Pam Bouvier;
  • L'Omega di Bond, tra i vari gadget ha un laser in miniatura come in "Goldeneye";
  • la macchina di Bond è telecomandata come la BMW de "Il domani non muore mai". Ed infine una "chicchetta" finale: il parco macchine di Zao è costituito da tutti i modelli delle macchine che James Bond ha utilizzato nel corso dei suoi film.

    Curiosità: la Berry ha effettuato tutte le acrobazie in prima persona, ad eccezione della scena in cui insegue l'aereo e si arrampica sul carrello dove dopo cinque estenuanti tentativi a gettato la spugna.

    La frase: "Il mio nome è Bond, James Bond!"

    Indicazioni:
    Per i fans e non del britannico agente.

    Valerio Salvi

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