Delivery Man
“Delivery man” non è altro che il remake a stelle e strisce della divertente commedia del 2011 “Starbuck - 533 figli e... non saperlo!”, diretta dal regista Ken Scott, qui alla sua terza prova registica. Ed è lo stesso Scott a dirigere anche il film con Vince Vaughn (“Gli stagisti”) di cui cura, come già accaduto per la pellicola con protagonista Patrick Huard, anche la sceneggiatura.
Il film ha per personaggio principale David Wozniak, un uomo che lavora come autista nella macelleria del padre e rifugge qualsiasi responsabilità; considerato assolutamente inaffidabile dai suoi amici, la sua famiglia e la sua fidanzata Emma, interpretata dalla bella Cobie Smulders di “The Avengers“. La situazione cambia completamente quando scopre che, grazie alle donazioni di seme che ha effettuato in gioventù sotto lo pseudonimo di Starbuck, sono stati concepiti ben 533 bambini, di cui lui è il padre biologico. Se una notizia del genere è una vera bomba, lo è sicuramente anche venire a sapere che oltre cento di questi ragazzi si sono rivolti alla legge per conoscere la sua identità. Dopo un iniziale rifiuto, decide di avvicinarsi ad alcuni dei suoi figli, senza comunque rivelare chi è realmente. Man mano che entra in contatto con i ragazzi, cambieranno sia la sua posizione sia le sue priorità. A tutto ciò si aggiunge la notizia che la fidanzata è in attesa di un bambino.
Naturalmente, essendoci dietro la macchina da presa e come firma della sceneggiatura la stessa persona della pellicola del 2011, questo remake è essenzialmente identico all’originale, con piccole differenze dovute perlopiù alla trasposizione geografica e culturale sul suolo americano. E allora ci si chiede: ma era veramente necessario questo remake? Tanto più che già la versione originale era gradevole e il protagonista decisamente in parte, cosa che non si può dire di Vince Vaughn, la cui prestazione è nettamente inferiore a quella di Huard e non riesce a dare alcun spessore al personaggio, se non in brevi scene nella fase iniziale del lungometraggio. Tale critica purtroppo può essere mossa a quasi tutto il cast. Per cui il difetto maggiore del film lo si trova proprio nella prestazione degli attori che non riescono a coinvolgere lo spettatore. Tolto tale difetto la pellicola è gradevole e regala più che altro sorrisi dovuti alle situazioni tenere che scorrono sul grande schermo o alle battute sui figli, alcune delle quali veramente divertenti. “Delivery man” ha anche il pregio di far riflettere sulle implicazioni umane della fecondazione artificiale, in particolare da donatore anonimo. Sconsigliato a chi ha già visto l’originale.
La frase:
"Tu sei un uomo libero! Non vuoi bambini. I figli sono un buco nero".
a cura di Redazione FilmUP.com
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