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Curioso come George
In questo periodo brulicante di polemiche per la sua ultima fatica come regista, Ron Howard in un modo o nell'altro, monopolizza le nostre sale, in questo caso lo fa come co-produttore: la sua Immagine Entertainment in collaborazione con la Universal, presenta un nuovo adorabile lungometraggio di animazione: "Curioso come George".
E' la trasposizione filmica di uno dei più famosi e amati libri per bambini che vedono come protagonista una tenera scimmietta di nome George, nata dalla fantasia dei coniugi Rey nei primi anni '40.
Il film racconta come ha inizio l'amicizia tra George, scimmietta curiosa e monella, e l'uomo dal cappello giallo, il timido e impacciato Ted, il quale si reca in Africa alla ricerca di un idolo di un'antica tribù, per riportarlo in America e risollevare le sorti del museo in cui lavora, ma si imbatte in George, che darà una svolta decisiva alla sua vita e gli farà vivere tante avventure, cacciandosi in migliaia di guai.
I realizzatori (il regista Matthew O'Callaghan e lo sceneggiatore Ken Kaufman), sin dagli inizi, hanno cercato di rifarsi il più possibile alle illustrazioni originali e alla semplicità delle storie raccontate da H.A. Rey e sua moglie Maggie. Sebbene il film abbia una sceneggiatura originale che lascia più spazio al personaggio di Ted e all'amicizia tra i due protagonisti, e segue la tipica sequenza dei film di animazione: incontro/guai/separazione/presa di coscienza/lieto fine, molti rimangono i punti in comune con il libro, soprattutto nella realizzazione tradizionale, con disegnatori in carne ed ossa e un uso del computer quasi nullo.
Questo può vagamente inficiare sulla fluidità dei movimenti, ma trasmette tutto l'amore verso questo personaggio e le sue avventure, nonché una gran cura per il tratto che riesce bene a fondere la vecchia scuola americana di Hanna&Barbera (sembra quasi di vedere la Wilma de "I Flinstones" in Maggie, la maestrina innamorata di Ted) con la modernità e la rotondità del tratto giapponese (soprattutto nei tratti del visino e nelle espressioni di George). Gli sfondi sono lasciati spesso in secondo piano, dando risalto maggiore agli elementi e gli edifici che partecipano più strettamente all'azione. I personaggi sono tutti molto simpatici, anche lo pseudo-cattivo, (Bloomsberry junior) riesce a conquistare lo spettatore strappandogli qualche risata, la storia scivola via semplicemente (strizzando l'occhio ai film del filone avventuroso del passato come "Indiana Jones" e più recenti come "La Mummia") e appassionerà sicuramente tutti i bambini. Per la versione originale sono stati chiamati attori molto famosi al doppiaggio tra questi citiamo il mai dimenticato Dick Van Dyke, che doppia Bloomsberry senior proprietario del museo, e Drew Barrymore. Le musiche sono a cura di Jack Johnson, il cui tormentone "Upside Down", che accompagna le prime scene del film, è una delle canzoni più suonate dalle radio in questo periodo.
La frase: "Sei il figlio che non ho mai avuto..."
Ilaria Ferri
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