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Cow
Presentato alla 66ªMostra del Cinema di Venezia, il film "Dou Niu" regala delle emozioni semplicemente leggiadre, cariche di una serenità interiore come solo certe favole sanno fare. La poesia espressa Hu Guan, regista, attraverso le immagini è pura, e si sincronizza bene con l’armonia narrativa della storia.
Nei primi fotogrammi la distruzione e la tragedia riempiono lo schermo. Ambientato nella Cina dei primi anni ’40, il film racconta del periodo di guerra, della devastazione di un villaggio dove tutti gli abitanti sono stati uccisi dai giapponesi... tutti tranne uno: Niu Er. Sopravvissuto per caso all’eccidio, quando si rende conto che tutto è distrutto e nessuno a parte lui è rimasto in vita, leggiamo la disperazione nei suoi occhi e la sentiamo attraverso le sue urla.
Ma tutto cambia quando si sentono dei colpi provenire da dietro un muro, che all’improvviso crolla, e da un largo buco spunta... una enorme mucca! Già questa scena spiega il senso toccante e allo stesso tempo divertente di tutto il film, in cui Niu, si porta dietro questa mucca cercando di proteggerla dai pericoli del freddo inverno nel periodo di guerra che il suo paese sta attraversando.
Ma la convivenza tra i due non è facile, la mucca ha un pessimo carattere, e Niu non l’ha mai sopportata fin da quando è arrivata al villaggio, regalo dell’ottava armata e trattata come una regina. In un crescendo di paradossali e divertenti situazioni in cui odio e amore del ragazzo per la mucca si alternano, i due stringono un profondo legame di rispetto e di fiducia, tanto che nessuno può fare a meno dell’altro, e ognuno protegge l’altro.
In quest’ottica la mucca assume caratteristiche ed emozioni umani, tanto più che Niu vede in lei lo stesso carattere ribelle, indipendente e testardo della ragazza che ama, e che è morta insieme agli altri abitanti del villaggio. Il personaggio di Niu, poi, così rozzo, buffo e ingenuo, rasenta lo stereotipo del pastore di montagna non tanto intelligente, ma la semplicità che riesce ad esprimere e la purezza di cuore che manifesta sono entusiasmanti, così come l’espressività della mucca, manifestata attraverso dei gesti o dei movimenti colti con maestria dal regista.
La strana costruzione del filo narrativo che mischia immagini di flash back ad avvenimenti correnti, riesce a definire la storia dell’arrivo della mucca e tutto il background del protagonista, senza ricorrere ad una sequenza cronologica lineare, facendoci conoscere i due personaggi man mano che loro stessi imparano a conoscersi, e questo ci porta ad affezionarci a loro in modo così naturale da seguirne con interesse, e anche un certo incitamento, le loro avventure.
La fotografia, ricca di immagini significative nell’esplicazione sia del periodo storico sia delle sensazioni dei personaggi, si fonde bene con la storia e con le emozioni che regala.
"Dou Niu (Caw)", è come una poesia del’anima, delicata e appassionante, in quel puro stile cinese che tanto si discosta dalla nostra cinematografia ma che riesce a trasformare in serenità anche le storie più malinconiche.
La frase: "Lasciamo il villaggio: uomini e animali sembrano impazziti".
Monica Cabras
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