Cosimo e Nicole
Genova 2001, gli scontri fra la polizia e i manifestanti divengono sempre più violenti, ed in questo scenario tumultuoso si incontrano e si innamorano l’italiano Cosimo, interpretato da Riccardo Scamarcio, e la francese Nicole (Clara Ponsot). In un groviglio di amore, passione e sesso, dall’Italia alla Francia, dall’Italia al Belgio si sviluppa la loro storia che parla di solidarietà, rispetto, amore, condivisione e morte, legandosi alla cronaca nera. Durante il G8 Cosimo salva Nicole colpita alla testa e conosce un amico, Paolo (Paolo Sassanelli), organizzatore di concerti che lo prende a lavorare con sé, tutto prosegue bene finché in cantiere non arriva un ragazzo immigrato clandestinamente dalla Guinea, Alioune (Souleymane Sow), che cade dall’impalcatura. Credendolo morto, i tre lo abbandonano sperando che il suo cadavere non venga mai ritrovato, è grazie a questa complicità che Paolo promuove Cosimo al ruolo di fonico. Per i due tutto è apposto, è una tragedia che deve essere dimenticata, ma Nicole? Per Nicole la situazione è diversa, la morte di Alioune diventa una vera ossessione e a causa dei sensi di colpa comincia a prendere le distanze dal suo Cosimo finché non ritrova Alioune in coma in ospedale. Lo assiste, gli parla e un giorno improvvisamente il ragazzo riappare nel cantiere…Lo sgomento di Paolo è evidente, tanto che sembra perdere la ragione ed essere disposto a compiere un gesto disperato, per fortuna nonostante tutto Cosimo mantiene il sangue freddo. Carica Nicole e Alioune sul furgone di Paolo con la promessa di raggiungere il Belgio, dove il ragazzo clandestino potrà chiedere asilo politico e ricongiungersi con il fratello, ma...
Il regista Francesco Amato crea un film d’amore, che parla dei problemi odierni, ma qualcosa in tutto questo stona, commedia e dramma si mescolano insieme cercando di creare una rappresentazione realista che a volte scantona nello stile televisivo tipico delle fiction. La trama è esile e confusa in alcun tratti, ma la tecnica registica si mostra comunque forte e di carattere riuscendo a superare i difetti e a mostrare uno spaccato sociale veritiero, la cruda e cinica realtà dell’Italia e del mondo. Si parla di amore, ma in realtà questo è solo un pretesto per analizzare il tema dell’ossessione reciproca che viene a volte vista come "amore", della convivenza culturale, fino all’immigrazione e al lavoro in nero. Il ritmo è veloce e scandito dalle musiche originali di Francesco Cerasi. Nonostante il tono a volte didattico della narrazione, gli sbalzi improvvisi di scenografia e di tono catturano l’attenzione dello spettatore, attutendo e smorzando i toni a volte forse troppo retorici. Disperazione, ossessione, desiderio di libertà trasformano questa commedia-dramma in una sorta di road-movie che assume quasi una valenza catartica di purificazione dai peccati ed espiazione dai sensi di colpa.
La frase:
"Non ti senti pentito, ti senti sbagliato. Il mondo va da una parte, tu vai dall'altra".
a cura di Federica Di Bartolo
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