Con gli occhi dell'assassino
Il viaggio nell’oscurità fisica ed emozionale di una donna costretta ad affrontare le sue più intime paure.
Potremmo riassumere così il secondo thriller diretto dallo spagnolo Guillem Morales, a sei anni da quel "El habitante incierto" (2004) che narrava di un estraneo intrufolatosi nella grande abitazione di un giovane architetto.
Questa volta, con Guillermo del Toro alla produzione, si parte dalla figura di Julia, la quale, interpretata dalla Belén Rueda di "Mare dentro" (2004) e affetta da una malattia degenerativa che le causa la perdita progressiva della vista, crede che l’inaspettata morte della sorella gemella, a quanto pare suicidatasi, non sia altro che una messa in scena legata ad un terribile segreto di famiglia.
Quindi, mentre la sua vista si affievolisce e il tempo a disposizione per scoprire chi si nasconde dietro l’omicidio della donna scorre via velocemente, Morales – su sceneggiatura scritta insieme al televisivo Oriol Paulo – costruisce i circa 112 minuti di visione sul progressivo infittirsi dell’intrigo alla ricerca della verità, immergendo l’insieme in una inquietante atmosfera dark efficacemente resa dalla fotografia dell’Óscar Faura che, in fatto di pellicole horror iberiche, già collaborò a "The orphanage" (2007) di Juan Antonio Bayona.
E, pur inserendo l’operazione nel filone costituito dai lungometraggi ad alta tensione riguardanti le donne non vedenti (potremmo citare "Terrore cieco" o la serie di Hong Kong "The eye"), lo fa senza dimenticare di omaggiare in più occasioni l’horror tricolore che fu; in particolare Lucio Fulci e Dario Argento.
Peccato, però, che dell’autore di "Profondo rosso" (1975) e "Suspiria" (1977), oltre all’accattivante aspetto visivo rischi più volte di rispecchiare l’involontaria ridicolezza presente nella maggior parte dei suoi lavori realizzati dagli anni Novanta in poi (si pensi a "Il cartaio" o "Giallo").
Anche se l’insieme, forte della buona prova della protagonista e meritevole della visione grazie alla curata ambientazione e alla già citata atmosfera, funziona a dovere, regalando la giusta dose di spaventi ed angoscia; e, soprattutto, ricordando che nell’Europa del XXI secolo, tra francesi che sfornano Aja e Laugier e spagnoli che spaziano da Balagueró a Morales, solo gli italiani non sembrano capaci di riappropriarsi come si deve del genere che il resto del continente sembra scopiazzargli in continuazione.

La frase: "Quelli della scientifica sono certi che Sara si sia suicidata la notte scorsa".

Mirko Lomuscio

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