Come non detto
L’ironia è un ottimo mezzo per affrontare certe questioni spinose e che necessitano di essere assimilate dalla maggior parte della popolazione di un paese che, come il nostro, non si è ancora dimostrato pronto ad accettare qualcosa che metta in discussione le proprie istituzioni. La commedia di Ivan Silvestrini, al suo esordio nel lungometraggio, dovrebbe ricoprire questo ruolo prima di tutto sociale ma, malgrado i buoni propositi, l’obiettivo non viene centrato.
Mattia (Josafat Vagni) sta per trasferirsi a Madrid dal fidanzato Eduard (Josè Dammert) e non ha detto alla sua famiglia di essere gay mentre il suo compagno, convinto che i parenti di Mattia sappiano tutto, vola a Roma per conoscerli durante la cena d’addio. La situazione si mette male ma gli amici del protagonista, Stefania (Valeria Bilello) e Giacomo (Francesco Montanari) sapranno risolverla in extremis.
All’inizio del film, il protagonista si presenta attraverso la sua voce fuori campo, raccontandoci la sua situazione e le difficoltà che incontra nel tentare di risolverla. Un equivoco (come in ogni commedia "classica") dà inizio alla vicenda che si svolge unicamente all’interno del giorno prima della partenza di Mattia. In questa unità di tempo, si inseriscono una serie di flashback che ci mostrano la vita del personaggio prima e dopo l’aver incontrato Eduard ma alcuni eventi si mescolano tra loro e non si riesce a capirne la successione. Il risultato è piuttosto caotico e rovina la continuità del film (e indebolisce la nostra attenzione).
Il punto forte di una commedia poi, è la sceneggiatura, la scrittura del film e il suo contenuto. In "Come non detto", Roberto Proia – anche autore del libro da cui la pellicola è tratta – non stupisce particolarmente né per comicità né per l’originalità delle situazioni che, a volte, sembrano scontate e alcune scene si dimostrano quasi inutili ai fini della narrazione. Un commento musicale non particolarmente interessante accompagna la vicenda di Matteo ed Eduard, due giovani attori dai bei volti ma che poco ci colpiscono.
La coppia è circondata da attori più esperti come Ninni Bruschetta (il padre di Mattia) che, malgrado il suo talento e la sua particolarità di attore, in questo film risulta un po’ bloccato e costretto nei canoni.
Francesco Montanari, nel ruolo di drag queen, è una buona spalla per il protagonista e risulta divertente, anche se poco credibile; la scelta di interpretare il personaggio di Giacomo/Alba Paillettes è interessante e dimostra quanto l’attore sappia mettersi in gioco con ironia: gli è stato affidato un ruolo opposto rispetto a quello del Libanese, massimo esempio di virilità, e Montanari ha dimostrato (se ancora ce ne fosse bisogno) la sua versatilità.
Nonostante la presenza di alcuni interpreti di prestigio, "Come non detto" non riesce nell’obiettivo di fare dell’ironia su un argomento controverso e discusso come quello dell’omosessualità, che per altro viene trattato in modo decisamente troppo romantico e patinato.
La frase:
"Perché non mi dici le cose come stanno? Credi che non l’abbia capito?".
a cura di Fabiola Fortuna
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