FilmUP - Recensione: Nessuno scrive al colonnello

Nessuno scrive al colonnello
Da anni il Colonnello (Fernando Lujàn) aspetta una pensione che tarda ad arrivare. Ogni venerdì, con addosso il suo abito migliore, aspetta sulla banchina la lettera di avviso della sua pensione. Tutti sanno, compreso lui, che aspetta invano: ma il Colonnello chiude gli occhi di fronte all'evidenza e si aggrappa al suo sogno, l'unica cosa che ancora gli rimane. Intanto in casa sua si fa la fame: sua moglie Lola (Marisa Paredes, "Tutto su mia madre", "La vita è bella") è magrissima, provata dall'asma e il Colonnello, con il pudore che si addice ad un uomo rispettabile, vive vergognandosi della sua povertà. Contro la fame e contro le obiezioni della moglie che ripete in continuazione "Cosa mangeremo oggi?" la risposta del Colonnello, rimasta in gola per più di vent'anni, è chiara: "Mangeremo merda".
Diretto da Arturo Ripstein ("Profundo carmesì") il film è tratto dal racconto di Gabriel Garcia Marquez, una storia costruita sul tema della dignità e dell'onore da conservare ad ogni costo. Ma è anche una storia d'amore tra due persone anziane che per anni hanno maturato rancori e rimproveri e che conoscono i sogni e le manie dell'altro da tanto tempo. Hanno provato, e provano tuttora, rabbia e pazienza ma nonostante la collera e le fatiche affrontate negli anni si amano ancora come ai vecchi tempi. Su tutti si erge la figura del Colonnello, un utopista, una sorta di Don Chisciotte che si batte per la sua causa nonostante le avversità, un uomo disperato, solo, sconfitto e denigrato al quale sono rimasti solo dignità e decoro e che ha sempre sua moglie nel cuore, come lui provata dalla vita e come lui sopravvissuta.
Piccolo particolare: nel cast c'è anche Salma Hayek che torna a recitare nella sua lingua madre dopo "Wild wild west", "Dogma" e altri film statunitensi.

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