Cam Girl
Alice è una trentenne che ha l'ambizione e le capacità per diventare una copywriter. Quando, nonostante le sue ottime idee, non viene assunta dall'agenzia pubblicitaria per la quale stava facendo uno stage, deve ingegnarsi per trovare un'occupazione per andare avanti.
Chiama le sue due amiche, Rossella e Gilda, con le quali condivide un segreto: tutt'e tre sono delle cam girl, ovvero delle ragazze che si spogliano su internet in cambio di denaro. Le tre, insoddisfatte per il trattamento ricevuto dalla Sexycam, la loro agenzia, decidono di accettare la proposta lanciata da Alice: mettersi in proprio creando un loro sito. Lo faranno anche con Martina, una ventiduenne che lavora nel loro bar di ritrovo. La condizione principale posta da Alice è una maggior gratificazione economica per le ragazze che lavoreranno per loro, alzando la percentuale di guadagno dal 45 al 60%. Gestire un'impresa del genere però non è semplice, e le quattro ragazze dovranno presto confrontarsi con le problematiche economiche, legali, etiche e anche sentimentali che da essa derivano. Uscirne indenni sarà per loro impossibile.
Alla sua seconda regia cinematografica dopo "L'amore fa male", Mirca Viola non riesce compiutamente, in questo film tutto femminile, nel tentativo di mettere sullo schermo quello che lei stessa definisce "uno spaccato dello squallore contemporaneo". Il film ha dei grossi limiti strutturali, che rendono la pellicola debole in più punti e comunque in perenne zoppicare. C'è, a monte, un'inadeguatezza della sceneggiatura (scritta dalla stessa Viola con Angelica Gallo e Andrea Tagliacozzo) che nel suo tono eccessivamente serioso cade troppo spesso nel retorico o nel già visto. Il film vorrebbe anche far riflettere lo spettatore sulla condizione economica-sociale-umana dell'Italia di oggi, facendone un affresco catastrofico nel quale nessuno si salva. Ma a perdere veramente è l'uomo inteso come maschio: dall'approfittatore al viscido passando per il pazzo maniaco, nel film, le figure maschili più in rilievo non fanno altro che peggiorare in modo piuttosto grave la già delicata situazione delle protagoniste.
Buone alcune soluzioni di montaggio e di regia (come la scena in cui tutte le cam girl si riuniscono per la prima volta e danno vita ad una festa) anche in questo passaggio però pesa la zavorra di un linguaggio cinematografico troppo convenzionale, troppo visto. Non danno una mano in questo senso nemmeno le quattro protagoniste Antonia Liskova, Alessia Piovan Sveva Alviti e Ilaria Capponi, che con la loro recitazione altalenante conferiscono al film una patina di provincialità che non è, come forse si è portati a pensare, congenita dei film a basso costo: il cinema (anche italiano) ci ha spesso dimostrato come si possa ottenere un buon risultato che apporti qualcosa di nuovo, anche con pochi mezzi.
La frase:
"Io qui dentro mi sento amata".
a cura di Alessio Altieri
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