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Buena vida
Dall'Argentina ci arrivano circa tre film l'anno (nel 2004 abbiamo visto anche "La nina santa", "L'abbraccio perduto" e "Tutto il bene del mondo"). Pochi per dare un giudizio generale sul valore della cinematografia attuale di questa nazione, ma se volessimo azzardarlo sarebbe senz'altro più che positivo.
Protagonista di "Buena vida" è Hernan (Ignacio Toseli) un fattorino argentino di 24 anni rimasto solo in casa da quando la sua famiglia si è trasferita in Spagna. La casa è abbastanza grande da poter ospitare un'altra persona, e così decide di subaffittarne una camera a Pato, una ragazza che lavora in una stazione di servizio e di cui è innamorato. Le cose sembrano andare per il meglio finché nell'abitazione non irrompe la numerosa famiglia della giovane. Doveva essere solo per una sera, ma una volta accampatisi, i parenti di Pato cominciano a ricattare Hernan: se ne andranno solo se lui gli pagherà una bella somma. E mentre lui cerca una soluzione, loro fanno della casa il centro direzionale di un nuovo progetto lavorativo...
Com'è giusto che sia, gli odierni film argentini non fanno che riflettere il contesto nel quale vivono. Una situazione, quella argentina, che seppur da poco sembra stia migliorando, paga e pagherà ancora per molto la profonda crisi economica che l' ha attraversata. Leonardo Di Cesare, regista e sceneggiatore di "Buena vida" sceglie i toni della commedia per questa storia tanto grottesca quanto amaramente realistica. Hernan è colui che è rimasto, che non è fuggito dalla sua patria. Spera nel futuro, ma è spaesato in questo "nuovo" mondo che è l'Argentina "post-bancarotta". E così chi è disperato si approfitta di lui, badando unicamente alla propria sopravvivenza. L'eco della chiusura delle fabbriche è vicino (si veda il documentario "The take" a tal proposito), così come è chiaro il senso di frustrazione di chi si era abituato a ben altri standard di vita. C'è sempre la voglia di riscattarsi, ma la luce in fondo al tunnel appare lontanissima. La miseria affoga qualsiasi cosa buona: l'amore, la lealtà e la cortesia.
Ignacio Toselli incarna perfettamente la maschera di questo giovane perdente, riuscendo in più occasioni a creare un tale senso di insofferenza verso ciò che lo circonda (sia questo l'ambiente domestico che il mondo di fuori) che ogni suo insuccesso è un pestone anche per lo spettatore.
Peccato che la distribuzione di "Buena Vida" non sia delle migliori. Si percepisce molto più dell'Argentina di oggi (che speriamo non sia mai l'Italia di domani…) da questo film che dai tanti servizi dei telegiornali dedicati nel recente passato alla crisi del Paese sudamericano.
Alla televisione purtroppo se ne continua a parlare solo quando di mezzo ci sono obbligazioni (bond) mai rimborsate...
La frase: "Sai quale è il problema? E' che mi leggono in faccia che sono un idiota".
Andrea D'Addio
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