Bloodline
Ancora prima del titolo d’apertura, si comincia nel bosco, in pieno giorno, con un massacro attuato da un corpulento individuo mascherato di cui, in seguito, vediamo il volto.
Si passa poi a quindici anni dopo, con Marco Benevento e Francesca Faiella nei panni di due giovani inviati a realizzare il backstage sul set di un film pornografico che il regista Klaus Kinki (!!!) ha allestito proprio nei pressi del posto in cui avvenne il pluriomicidio.
Quindi, se teniamo in considerazione anche il fatto che un altro personaggio si chiama Gianni Belcompagni, è evidente la presenza di una certa ironia citazionistica nel primo lungometraggio diretto da Edo Tagliavini, che, girato in quattro settimane e comprendente nel cast sia l’ex attore hard Francesco Malcom che il produttore e soggettista del film Virgilio Olivari, privilegia una lunga attesa disturbata solo dalle fugaci apparizioni fantasmagoriche di una bambina e dalla generale sensazione che qualcosa di terrificante stia per accadere.
Non a caso, con il calare delle tenebre l’operazione passa da un tenore che sfiora quello di una soap opera ad un clima da vero e proprio slasher, con l’assassino che ricompare per mietere nuove vittime, le quali, a sorpresa, tornano a loro volta in vita sottoforma di aggressivi zombi.
Perché lo script firmato, tra gli altri, dall’Antonio Tentori il cui curriculum include "Demonia" (1990) di Lucio Fulci e "Ritorno dalla morte" (1991) di Joe D’Amato, sembra costruirsi principalmente sul miscuglio di diverse tipologie di spettacolo horror, dalla ghost-story al film di morti viventi, passando per il giallo con misterioso omicida.
Diverse tipologie che risultano comunque discretamente sfruttate al fine di concepire un intreccio non banale nonostante il tanto deja-vu, mentre le musiche dell’argentiano Claudio Simonetti provvedono a commentare il tutto.
E, se una recitazione non sempre convincente rientra tra i pochi difetti dei circa 94 minuti di visione, caratterizzati da un sonoro piuttosto curato, uno dei maggiori pregi è di sicuro individuabile negli effetti di trucco di Sergio Stivaletti, comunque sfruttati nella giusta dose, senza eccedere in frattaglie e schizzi di emoglobina.
La frase:
"Io so come ritrovarti, ricordati, insieme per sempre".
a cura di Francesco Lomuscio
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