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Blair Witch

La recensione del film a cura della Redazione di FilmUP.com

di Sara D'Agostino13 settembre 2016Voto: 6.0
 

  • Foto dal film Blair Witch
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Nel 1999 debuttava nelle sale cinematografiche, dopo un'originale ed astuta pubblicità virale, l'attesissimo “The Blair Witch Project”: film a budget bassissimo realizzato da Daniel Myrik ed Edoardo Sanchez.
La pellicola, che mescola abilmente lo stile del mokumentary a quello dell'horror, oltre ad aver incassato milioni di dollari, segna di fatto l'inizio di un nuovo modo di concepire e realizzare film horror e rappresenta un vero e proprio fenomeno nel settore dei found footage movies. Nonostante i nostri occhi di spettatori siano ormai assuefatti dalle innumerevoli pellicole di questo tipo che si sono avvicendate nel corso degli anni, è innegabile il fascino che un film come “The Blair Witch Project” possa ancora esercitare su di noi ed è probabilmente per questa ragione che il regista Adam Wingard ha voluto oggi, nel 2016 dopo ben diciassette anni, rendergli omaggio con il suo “Blair Witch”.

Il film di Wingard vuole, infatti, far rivivere le ambientazioni e le atmosfere che avevano caratterizzato l'horror di Myrik e Sanchez e che sono rimaste impresse in maniera indelebile nella mente di gran parte del pubblico.
La storia si propone come il seguito ideale delle vicende narrate in “The Blair Witch Project”: sono, infatti, passati 20 anni da quando la sorella di James e i suoi due amici sono scomparsi nella foresta di Black Hills nel Maryland mentre stavano effettuando ricerche sulla leggenda della strega di Blair, lasciando una traccia di teorie e di sospetti dietro di loro.
James (James Allen McCune) e i suoi amici Peter (Brandon Scott), Ashley (Corbin Reid) e la studentessa di cinema Lisa (Callie Hernandez), si avventurano negli stessi boschi, ciascuno con una telecamera, per svelare i misteri che aleggiano intorno alla loro scomparsa. Inizialmente i ragazzi sono molto fiduciosi e James è convinto di poter ritrovare sua sorella, soprattutto perché Lane (Wes Robinson) e Talia (Valorie Curry della serie), due abitanti del posto, si offrono di fare loro da guida attraverso quei boschi scuri e tortuosi. Ma, al calare di una notte interminabile, quando una presenza malvagia e potente fa visita al gruppo sembra ormai impossibile che quelle sulla strega di Blair siano solo leggende.

Sono proprio i fatti ed i personaggi, a mio avviso, l'unico elemento che possa far pensare a “Blair Witch” come ad un sequel, per il resto tutto il progetto di Wingard, agli occhi di chi ha visto ed apprezzato il film del 1999, sembrerebbe più un reboot.
Infatti, sia nello stile che negli intenti il film ricalca pedissequamente il celebre predecessore: il bosco, la tetra casa, le inquadrature ed il susseguirsi degli eventi. Gran parte del terrore del primo Blair Witch si basava su ciò che non veniva mostrato, il sequel avrebbe dovuto terrorizzare il pubblico ed affascinare i fan più accaniti, rivelando qualche dettaglio in più su chi o che cosa si nasconde nel buio, tuttavia coloro che si aspettano un colpo di scena rimarranno delusi.

Sicuramente in “Blair Witch”non mancano suspense e momenti di grande tensione, così come gli immancabili balzi sulla poltrona, ma vengono meno quell'autenticità e quel realismo che furono sicuramente determinanti nel decretare lo straordinario successo di “The Blair Witch Project”.


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