Bitch Slap - Le superdotate
Non poteva essere altro che Zoë Bell – protagonista di "A prova di morte", nonché controfigura di Uma Thurman in "Kill Bill" – a figurare in qualità di stunt coordinator e ad interpretare un piccolo ruolo nella pellicola attraverso cui Rick Jacobson, regista dell’horror "The unborn 2" e di diversi film d’arti marziali interpretati da Don 'The Dragon' Wilson, si propone di fornire un omaggio post-moderno ai b-movie e alla exploitation degli anni Cinquanta e Settanta.
Infatti, un po’ sulla falsariga del cultissimo "Faster, pussycat! Kill! Kill!" di Russ Meyer, che seguiva nel 1965 le avventure di tre statuarie stripper in una desertica zona americana, abbiamo la spogliarellista squattrinata Trixie, Hel, intermediaria di un’azienda, e Camero, killer e corriere della droga, le quali, rispettivamente incarnate dalla modella Julia Voth, dalla Erin Cummings del televisivo "Spartacus: Sangue e sabbia" e dalla Ameríca Olivo vista nel remake 2009 di "Venerdì 13", arrivano in uno sperduto rifugio per privare di un ingente bottino uno spietato boss malavitoso.
Il pretesto per dare il via ad una sequela di frenetiche e violente sequenze raccontate attraverso dei flashback alla rovescia, come accadde in "Memento" di Christopher Nolan, man mano che fanno la loro progressiva entrata in scena un’agente di polizia ed altri grotteschi criminali.
E, tra macchine veloci, eccitanti forme strette nei succinti vestiti, lingue affilate ed armi di grosso calibro, i fan delle serie tv "Hercules" e "Xena-Principessa guerriera" gioiranno nel vedere coinvolti i veterani Kevin Sorbo e Lucy Lawless all’interno del susseguirsi di rivelazioni e tradimenti, ma i risultati possono definirsi tutt’altro che soddisfacenti.
Del resto, nonostante l’abbondanza d’ironia presente, il continuo avvicendamento di scazzottate, spargimenti di liquido rosso e momenti volti a stimolare i bassi istinti dello spettatore maschio senza mostrare nulla di esplicito finisce ben presto per rendere tanto fracassoni quanto stucchevoli i circa 105 minuti di visione, oltretutto penalizzati da una colonna sonora hard rock a dir poco invadente.
Quindi, anche se potrebbe già trasformarsi in un classico agli occhi dei cultori di una certa cinematografia grindhouse, il film di Jacobson riesce a comunicarci unicamente che di Robert Rodriguez ce ne è uno solo... e anche di "Machete"!
La frase:
"Mi diverto troppo a vedere due donne fare a botte".
a cura di Mirko Lomuscio
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