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Allegro
Zetterstrom è un pianista di successo, che a seguito di alcune scelte fatte o per motivi più misteriosi ha perso la memoria degli ultimi dieci anni. Dopo aver vissuto per un lungo periodo a New York, torna nella natia Danimarca per una tournée. Viene a scoprire che a Copenhagen esiste un'area denominata "La Zona". È impossibile entrare all'interno della Zona e non si sa nulla di quanto accada all'interno di questo ridottissimo enclave. Zetterstrom si sente attratto dalla Zona, e forse solo al suo interno potrà recuperare la sua memoria, conservata proprio dalla città di Copenhagen.
Il giovane regista danese Cristoffer Boe affronta in questa pellicola il tema di cosa ci renda ciò che siamo e di quale sia la vera essenza del talento artistico. La memoria non è soltanto la consapevolezza di quella rete di relazioni che ci permettono di funzionare socialmente e che ci identificano in maniera inequivocabile di fronte a noi stessi. I ricordi sono anche l'origine ed il propellente della potenzialità artistica di ogni individuo che anzi trae un'energia particolare dal dolore e dalle sofferenze che nel bene o nel male condizionano le scelte di ciascuno rendendolo quello che è. Questo sembre essere il messaggio di Boe, trasmesso dalla voce narrante. Mentre l'ispirazione della "Zona" può essere ricondotta a Stalker di Tarkovskij e anche se la trama può ricordare il recente, splendido Se mi lasci ti cancello, il film di Boe ricorda in realtà un certo romanticismo letterario riconducibile al demonismo di E.T.A. Hoffman. Il mentore guida di Zetterstrom, costretto sulla sedia a rotelle, ricorda certi ambigui maghi della tradizione romantica, di cui in genere è bene diffidare, e anche l'idea che la capacità artistica possa essere estratta e conservata in un contenitore è anche riconducibile all'idea di ispirazione come dono divino di cui l'uomo non può disporre liberamente. In definitiva solo il riconoscimento del dolore e della rinuncia può restituire la capacità più autentica di sentire ed interpretare l'arte.
Il mondo presentato dal regista Cristoffer Boe, è cupo, notturno, ma anche animato da un'atmosfera di magia e di stupore, e l'incantesimo più potente che l'uomo possa avere non è la capacità di mutare il passato quanto la possibilità di ricomprenderlo nella propria vita come valore fondante della persona, anche nella sua manifestazione più lacerante, come l'amor perduto.
La curiosità: Il nome del protagonista, Zetterstrom è significativo alla maniera romantica. Infatti Zetter (zebra) si riferisce alla tastiera bianca e nera del pianoforte, mentre Strom (flusso) si riferisce alla memoria associata all'elemento acquatico, alla maniera di Joyce. Ma può riferirsi anche all'agilità delle dita del pianista sui tasti dello strumento.
La frase: "La cosa importante non sono i problemi, ma il modo di risolverli"
Mauro Corso
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