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Akamas
Non è mai troppo tardi o troppo presto per parlare di argomenti dolorosi e di riconciliazione, a qualunque latitudine del mondo. La storia dei conflitti etnici e religiosi sull'isola di Cipro è molto antica e allo stesso tempo molto vicina a noi visto che negli ultimi decenni del ventesimo secolo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è dovuto intervenire spesso per contrastare tentativi di annessione, principi di guerre etniche e la costante pressione politica e militare da parte della Grecia e della Turchia. In effetti Cipro è sostanzialmente divisa in due, parte della popolazione è di lingua greca e tradizione ortodossa, mente la parte restante è di lingua turca e di religione mussulmana.
Il film Akamas racconta di una storia d'amore tra un giovane turco ed una ragazza greca, proiettando la loro vicenda tormentata su uno dei periodi più convulsi della storia di Cipro, nei decenni cioè tra il 1946 ed il 1975, registrando le trasformazioni avvenute sulla società cipriota prima sotto il protettorato britannico, e poi all'ombra degli scontri etnici. Scontri di cui la coppia è protagonista ideale, visto che la natura "scandalosa" della loro unione.
Eppure proprio loro costituiscono la speranza dell'isola, perché rappresentanti ideali di una riconciliazione ideale tra due popoli di un paese diviso. Lo stratagemma dell'amore contrastato può sembrare forse abusato, ma nonostante tutto è sempre valido se usato per veicolare un messaggio di concordia concreto.
Anche se il film non brilla per originalità né nella vicenda e nemmeno nella regia (sembra un prodotto più adatto al piccolo schermo), il suo valore politico è innegabile. Entrambe le parti, i greci ed i turchi, sono visti in modo molto negativo, nella loro grettezza e nel loro egoismo etnocentrico. Meravigliosa la figura di un Pope ortodosso che bacchetta, a suon di schiaffoni, i propri correligionari non tanto per carità cristiana quanto per convenienza politica. La pellicola riprende in parte il respiro del canto epico classico, affidando la voce narrante ad un poeta che ricorda molto Omero per la sua cecità. Ma mentre la cecità di Omero era quasi un dono divino, una rinunzia ad un senso terreno in cambio del dono della chiaroveggenza, l'assenza di vista di questo nuovo cantore è stata provocata dall'orrore per le efferatezze e gli eccessi di una guerra etnica. Interessante la produzione, che vede oltre alla stessa Cipro, Grecia, Turchia ed Ungheria.
La frase: "Entrerai nella storia di Akamas, sarai il miglior pastore".
Mauro Corso
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