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Bui Thac Chuyen, regista vietnamita per la prima volta a un festival, tratteggia con toni estremamente eleganti due iniziazioni al sesso.
La prima quella di una donna, romantica e sognatrice, che non ha mai avuto tra le braccia un uomo. La seconda quella di un uomo, impacciato e tremendamente insicuro. Malgrado i due protagonisti si sposino all’inizio del film, non si sfioreranno mai, e cercheranno altrove la loro felicità...
La cosa che più colpisce Choi Voi è che pur parlando di sesso, non ricorre mai alla soluzione più facile di mostrarlo. Si parla di amore saffico, di amore matrimoniale, di rapporto carnale. Eppure il culmine dell’erotismo lo raggiunge una scena (la più bella del film) in cui alla protagonista viene tagliata con un paio di forbici la camicia da notte. Stop. Una scelta registica ambiziosa ma che ci sentiamo di dire riuscita. Ottimi gli interpreti, a proposito, che danno vita a uno strano e innocuo gioco di seduzione.
In Choi Voi si respira l’aria bollente del desiderio. Lo si descrive e lo si fa sospirare. Sta allo spettatore lasciarsi sedurre.
La frase: "Mi faceva male, ma non ho mai provato un piacere così grande".
Diego Altobelli
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