Zeta
Cosimo Alemà è uno dei più grandi registi di videoclip italiano e ha collaborato nel corso della sua carriera con artisti di primissimo livello tra cui Tiziano Ferro, Ligabue, Mina e Renato Zero, e il suo terzo lungometraggio è un’opera in cui la musica è protagonista dall’inizio alla fine.
Dopo “At the End of the Day” girato in lingua inglese e “La Santa” arriva “Zeta”, un film dedicato al mondo del rap. La musica rap ha ormai assunto un ruolo quasi sociale per le nuove generazioni e il protagonista Zeta/Alex interpretato da Diego Germini (in arte il rapper IZI) ne è l’esempio evidente. Alemà è bravo a realizzare una storia in cui i giovani artisti si possono riconoscere, anche se in alcuni passaggi sembra quasi banale e scontato.
In un film che ricorda a tratti il cult “Il Tempo delle Mele” la protagonista è la vita dura di questo ragazzo, diviso tra il mercato e l’amore per il rap. Alex potrebbe farsi subito valere, ma commette diversi errori fino a quasi perdere tutto. La storia di crescita di Alex è quella di crescita di qualsiasi ragazzo che viene colpito dalle emozioni, enfatizzate dal suo essere musicista. L’amore non manca con una ragazza che rappresenta quasi l’affidabilità per Alex, chiamato a decidere cosa voglia veramente dalla vita.
Negli ultimi anni il ballo l’ha fatta da padrone prima con “Step Up” poi con “Magic Mike”, ma il cinema non poteva più ignorare il fenomeno del rap. Il cast è all’altezza con un inedito Salvatore Esposito (Gomorra-La Serie) nei panni del guru Sante e la vera rivelazione del film, Irene Vetere. Questa ragazza è bravissima e molto convincente nella sua performance, aiutando a colmare dei buchi clamorosi in una sceneggiatura che alla lunga è pesante e annoia.
C’è stata poi un’invasione di star della musica: Massimiliano De Simone, Massimiliano Gallo, Gianluca Moccia, Gianluca Di Gennaro, Maria Godano e Edy Angelillo. E con Fedez, J-Ax, Salmo, Clementino, Ensi, Briga, Baby K, Lowlow, Tormento, Rancore, Shade, Noyz Narcos, Shablo, Metal Carter e Rocco Hunt.
“Zeta” è sicuramente un film coraggioso sotto molti punti di vista, ma anche un po’ codardo dato che dove c’era da osare per fare un prodotto davvero rivoluzionario non l’ha fatto. Salvatore Esposito e lo stesso Cosimo Alemà hanno provato a paragonare l’uscita di questo film a quella de “Lo Chiamavano Jeeg Robot”, anche se la realtà è ben diversa e “Zeta” non riscriverà di certo i canoni del cinema italiano. Una colonna sonora da paura e ultra moderna è il pezzo veramente forte del film, che come detto poggia quasi esclusivamente sugli attori.
La frase:
"Io non ho mai fatto una battle, il freestyle non è roba per me. Eppure anche io voglio essere un re, subito stanotte".
a cura di Thomas Cardinali
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