World Trade Center
11 Settembre 2001. Nessuno può dimenticare quella data in cui il mondo ha conosciuto il vero terrore, e in ognuno di noi si è insinuata l'ombra della paura, la sensazione che non esiste alcun posto dove si possa essere veramente al sicuro. Complice le nuove tecnologie ogni abitante della terra ha potuto assistere alla tragedia…ma in quel giorno non si è conosciuto solo il lato oscuro dell'Uomo, dalle macerie fumanti di un simbolo del benessere, l'umanità è rinata, come una fenice dalle sue ceneri mostra il suo splendore, portando a nuova luce ciò che c'è di buono in ogni essere umano.

Quel che è apparso alle televisioni di tutto il mondo non è soltanto la malvagità dunque, ma anche l'eroismo di tanti che hanno messo a rischio la propria vita, a volte perdendola, per aiutare gli altri. Questo è il succo di "World Trade Center", l'ultima opera di Oliver Stone, che ha usato l'esperienza di alcuni agenti della polizia portuale di Manhattan per descrivere l'altruismo innato nell'Uomo. Avendo vissuto quell'esperienza attraverso la Tv, vedendo il film non si può non sentire il disagio provato in quel giorno. L'immagine delle due torri ancora in piedi provoca un tuffo al cuore, e una lacrima scende inevitabile pensando alle sicurezze perdute disperse come cenere al vento. Quando all'inizio del film ogni agente protagonista saluta le proprie famiglie per andare al lavoro, come tutti i giorni, ci si immedesima facilmente in quegli esseri sconvolti nel proprio intimo. Come è potuto succedere?

Ma Oliver Stone ha saputo farci vedere qualcosa di più, per la prima volta da allora, infatti, si vede il disastro da un'altra prospettiva: tutti ormai abbiamo impressi nella mente quelle immagini degli aerei che colpiscono i grattacieli che poi cadono come castelli di sabbia, ma mai abbiamo provato quell'orrore dal basso sotto centinaia di piani d'acciaio e cemento, nei piani sotterranei del World Trade Center, dove si svolgono le vicende del film, e dove tutto appare assolutamente diverso da quello che è…non puoi capire cosa stia accadendo…non sai quello che milioni di persone stanno guardando…non puoi nemmeno immaginare che nel giro di pochi istanti, quello che era un sotterraneo, è diventato il livello più superficiale dell'edificio.

Non si può essere obiettivi davanti ad un film del genere, non si può certo etichettare il film come "la solita americanata"…tutti noi c'eravamo, tutti noi abbiamo visto…niente è più esagerato o gonfiato della realtà, nemmeno l'eroismo dei protagonisti, anche quello è documentato. Non si può nemmeno criticare la recitazione degli interpreti, si vede che sentivano quelle emozioni, come le avrebbe sentite ognuno di noi…anche la consueta inespressività facciale di Nicolas Cage, muta mostrando il terrore e lo sgomento che anche noi continuiamo a provare guardando quelle scene. Certo si potrebbe pensare, alla speculazione sulla tragedia, alle polemiche per gli incassi e le donazioni, ma forse, in memoria di quel giorno, e per rispetto a quegli eroi si dovrebbe mettere da parte il cinismo e pensare solo a quelle immagini, a quelle persone…in modo che non si possa mai dimenticare...

La frase: "E' la fine del Mondo!?"".

Monica Cabras

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