Wild
Perdere qualcuno che si ama ci trasforma in qualche modo. Ognuno di noi vive questa fase della vita in maniera unica e personale, chi con coraggio e voglia di andare avanti portando con se il dolce ricordo della persona che ci ha lasciato; chi autodistruggendosi, cadendo in un abisso di disperazione da cui è veramente difficile uscire. Quest’ultimo è il caso della protagonista dell’intenso e straordinario viaggio che è “Wild”, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo da parte del regista canadese Jean-Marc Vallée, candidato all’Oscar nel 2013 con “Dallas Buyers Club”.
“Wild” racconta l’impresa di una donna, Cheryl Strayed, che per ritrovare se stessa decide di affrontare da sola un pericoloso e lungo viaggio a piedi percorrendo il Pacific Crest Trail, un percorso di trekking lungo più di 1000 chilometri attraverso il Mojave dal confine messicano fino alle montagne dell’Oregon vicino il Canada.
Parte per questo viaggio assolutamente impreparata, con uno zaino enorme e pesantissimo pieno di cose che poi non avrebbe mai nemmeno usato e con delle scarpe troppo piccole che le procurano profonde ferite ai piedi. Parte anche con un carico emotivo pesante dovuto alla dolorosa morte, a causa di una malattia devastante, della coraggiosa madre, il suo punto di riferimento. Morte a cui Cheryl reagisce autodistruggendosi, annegando il suo profondo e complesso dolore nella droga e nei numerosi rapporti con uomini occasionali. Il suo comportamento autodistruttivo include anche il suo matrimonio con un uomo che, nonostante tutto, continua a volerle bene e sarà comunque un punto di riferimento e di conforto, quando lungo il viaggio la donna, in posti prestabiliti, può ritirare le lettere e gli oggetti che l’uomo le spedisce. Un viaggio alla ricerca di se stessa e della donna di cui sua madre Bobbi, interpretata con grande sensibilità e forza da una splendida Laura Dern, sarebbe potuta essere fiera. Lungo il percorso, con la sola compagnia di se stessa per la maggioranza del tempo, Cheryl ripercorre, attraverso numerosi flashback, strazianti, dolci e amari allo stesso tempo, il suo rapporto con la madre e la discesa agli inferi seguita alla sua morte.
Un viaggio che la porterà a conoscere i propri limiti, ma anche l’insospettabile forza e determinazione che nasconde. Il tutto reso in maniera egregia da una grande Reese Witherspoon, capace di regalare al suo personaggio profondità, debolezza e forza; capace di passare da donna confusa e tormentata a donna decisa e in grado di godere nuovamente delle cose belle e semplici della vita. Non a caso la Witherspoon era tra le candidate all’Oscar per la migliore interpretazione da attrice protagonista.
“Wild” è, in ultima analisi, un emozionante viaggio sia fisico, attraverso posti meravigliosi che riempiono lo sguardo e regalano serenità, sia psicologico e di rinascita di una donna che ha deciso di mettersi alla prova, uscire da quel tunnel in cui era entrata e poter tornare a essere fiera di se stessa. Un film che, anche se non privo di piccoli e trascurabili difetti, ti entra nel cuore e ti fa emozionare senza ricorrere a facili espedienti, con grandi interpreti e una sapiente regia e che può essere racchiuso in una frase: “Dopo essermi persa nella giungla del mio dolore, ho trovato la strada per uscire dal bosco”.
La frase:
"La gente soffre in molti modi diversi".
a cura di Redazione FilmUP.com
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