What Women Want
Commedia sofisticata (un pò anni '50) con gags esilaranti e spunti di riflessione come se ne vedono poche.
Siete convinti, come me peraltro, che uomini e donne parlino due linguaggi radicalmente diversi e siano affetti da una certa incomunicabilità di fondo? Bene questa è la conferma dei vostri sospetti. A causa di un bizzarro incidente Nick Marshall (Mel Gibson), uomo di successo single e maschilista (considerate che chiama tutte le sue donne "micia" - "pussy" in lingua originale, che tra l'altro ha un significato piuttosto ambiguo), è in grado di sentire i pensieri più reconditi delle donne che lo circondano. Dopo i primi dieci minuti, in cui prende coscienza di essere considerato un gran "figo", cosa di cui era già certo, nonché uno stronzo superlativo, cosa di cui non avrebbe mai voluto essere certo, afferra appieno le potenzialità del suo nuovo "dono", che spaziano dal più banale aumento delle nuove conquiste, fino alla possibilità di sabotare la carriera del nuovo acquisto della sua società: Darcy Maguire (Helen Hunt).
Dopo l'iniziale euforia da "superpoteri", Nick si rende conto della superficialità della sua vita e del tipo di considerazione che le donne hanno di lui, compresa la figlia che lo sente più come uno zio che come un padre, ma il vortice degli eventi lo trascina sempre più in basso impedendogli di fare le scelte che vorrebbe.
Gibson riesce a rendere perfettamente anche nelle scene più esilaranti che non sembrerebbero tipiche del suo bagaglio legato più a personaggi "granitici" ("Payback"- "Braveheart"), rivelando una vena comica straordinaria. Helen Hunt, recentemente vista in "Cast Away" accanto a Tom Hanks, è decisamente affascinante e dipinge il suo personaggio caratterizzando in maniera molto marcata la personalità. Tra i comprimari spiccano Alan Alda (MASH, Crimini e Misfatti) nella parte di Dan Wanamaker, il capo di Nick, e Marisa Tomei (Mio Cugino Vincenzo - Cronisti d'Assalto) nella parte di Lola, una fiamma di Nick.
La regista, Nancy Meyers (Soldato Giulia agli Ordini - Il Padre della Sposa), svolge un buon "compitino", ma probabilmente si trova più a suo agio nella stesura della sceneggiatura piuttosto che dietro la macchina da presa, infatti non riesce a dare un impronta marcata al film. Decisamente più piacevoli le scenografie (sorprendente la scelta di dare un tema d'arredamento e di colore, ben distinto per i due protagonisti) e la fotografia (Chicago nasconde degli angoli molto suggestivi).
Dimenticavo, musiche superlative, con grandi omaggi a Frank "The Voice" Sinatra.
La chicca: Mel che balla nel suo attico sulle note di Frank Sinatra. Superlativo!
La frase: Che differenza c'è tra mia moglie e una Ferrari? La Ferrari non se la fanno tutti.
Indicazioni:
Commedia per tutti i palati, ottima per una serata di gruppo.
Valerio Salvi
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